MARIO BORRA
Cronaca

Giuseppa Cuva morta dopo l’operazione alla tiroide, l’Asst rompe il silenzio: “Eventi non collegabili”

Codogno, l’esposto della famiglia per la scomparsa della 57enne di Turano. L’azienda sanitaria: attendiamo serenamente l’esito dell’autopsia e collaboreremo con le autorità

Giuseppa Cuva

Giuseppa Cuva

Codogno (Lodi) – Evento imprevedibile e non correlabile, almeno da una prima verifica. A quattro giorni dall’esposto dei famigliari di Giuseppa Cuva (nella foto), la 57enne residente a Turano Lodigiano, morta mercoledì scorso in un letto dell’ospedale di Codogno in seguito ad un ictus il giorno seguente un intervento chirurgico alla tiroide cui si era sottoposta proprio nel nosocomio codognese, l’azienda sanitaria di Lodi ha rotto il silenzio e, con uno scarno comunicato, ha messo nero su bianco la propria versione dei fatti, molto probabilmente dopo aver effettuato un’indagine interna per capire se l’operazione definita sostanzialmente di routine e il decesso 24 ore dopo possano in qualche modo essere collegati.

Per l’Asst la risposta è no anche se ovviamente ora la palla passa al tribunale di Lodi a cui i parenti, il marito Pino Alfieri e i tre figli Sandra, Antonio e Riccardo, si sono rivolti giovedì scorso, a funerali già fissati, per cercare di fare piena luce sulla dolorosa vicenda. “Attendiamo serenamente l’esito dell’autopsia che potrà chiarire quanto accaduto – ribadiscono ancora i vertici dell’azienda sanitaria e proprio l’avverbio utilizzato nella dichiarazione fa capire che l’Asst è ragionevolmente sicura di credere che non si sia trattato di un episodio di malasanità ma di un evento post operatorio imprevedibile, seppur doloroso tenuto conto che quanto successo “ha profondamente colpito il personale medico ed infermieristico presente in quel momento”.

Comunque, i vertici sanitari lodigiani si dichiarano pronti a garantire “la piena collaborazione con le autorità competenti” per far si che possa emergere la verità. I funerali erano già stati fissati per venerdì scorso, ma dopo l’esposto ai carabinieri, il giudice aveva deciso di fermare tutto, rinviare la data delle esequie e mettere sotto sequestro le cartelle cliniche della paziente, avviando così le indagini.