LUCA PACCHIARINI
Cronaca

Caso Giorgio Medaglia, resta ancora aperta la pista dell’omicidio. Ecco i punti che non tornano

Nuova udienza sulla misteriosa morte del giovane trovato cadavere nell’Adda. La madre si oppone all’archiviazione: “Mai approfondita la presenza di terzi”

Giorgio Medaglia aveva 34 anni

Giorgio Medaglia aveva 34 anni

Continuano i rinvii sul caso Giorgio Medaglia. Oggi, 7 settembre, c’è stata l’udienza in cui Ombretta Meriggi, madre di Giorgio, si oppone all’archiviazione del caso richiesta dalla procura sulla misteriosa morte del figlio Giorgio, rinvenuto nell’Adda nel mese di luglio del 2020, dopo che scomparve la sera del 28 giugno dello stesso anno.

I punti che non tornano

 L’avvocata di lei, Lorenza Cauzzi, ha evidenziato nuovamente al giudice tutte le problematiche del caso, gli approfondimenti che dovrebbero essere fatti e gli elementi che non tornano: dai pantaloncini che indossava Giorgio, non suoi e di taglia non sua, al tasso alcolemico molto elevato rilevato, incoerente con il fatto di essere astemio, ad un casco trovato sul luogo, e che non appartiene né a Giorgio né agli amici. Tutti elementi che lasciano supporre la presenza di terzi, possibilità mai approfondita adeguatamente nelle indagini.

Il giallo del cellulare resettato

Fino alle numerose telefonate ricevute da Giorgio quella sera di giugno, telefonate fatte da un amico che però poi resettò il telefono per regalarlo a sua madre. Il giudice oggi ha ascoltato le dichiarazioni della legale di Ombretta ma ha risposto riservandosi di decidere, prendendo atto di tutto ma senza esprimersi, senza dare informazioni se archiviare il caso o continuare le indagini.

La mamma: “Io non mi fermo”

“Oggi un nulla di fatto. Sono stanca, ogni volta andare in tribunale è pesante e si viene trattati come uno tra i tanti, sì ti ascoltano ma sembra con sufficienza – ha commentato Ombretta Meriggi al termine dell’udienza –. Ma io non mi fermo, non è possibile che la morte di un ragazzo buono come il pane cada così nel mistero, anni passano da un’udienza all’altra ma io non mi fermo, troppi elementi ancora non tornano, soprattutto mi pare impossibile affermare il dubbio sulla presenza di terzi, per il casco specialmente che andrebbe analizzato meglio; ma anche il cellulare che ha chiamato Giorgio quella sera, vi pare che una persona resetti così un cellulare per poi darlo alla madre?” ha concluso la madre di Giorgio. L’udienza di oggi si è rivelata alla fine un rimando a data da destinarsi.