LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Nuovi studi sulla collezione Gorini. Pool di scienziati indaga i misteri

Lodi, obiettivo svelare le tecniche impiegate dal “mago“ e restituire alle persone mummificate un’identità

La collezione anatomica Paolo Gorini «Ci stiamo concentrando su trenta teste e sei corpi di bambini pietrificati» specificano gli esperti

La collezione anatomica Paolo Gorini «Ci stiamo concentrando su trenta teste e sei corpi di bambini pietrificati» specificano gli esperti

Ci saranno nuovi studi sulla Collezione anatomica Paolo Gorini. Un’équipe specializzata di scienziati indagherà infatti sui misteri della pietrificazione umana, tecnica adoperata dallo “scienziato mago” lodigiano per realizzare i suoi celebri preparati anatomici, esposti in quello che si vorrebbe far diventare un vero e proprio museo. Dagli inizi del 2025, i preparati sono stati posti sotto esame al fine di svelare le tecniche impiegate da Gorini per la loro conservazione e per restituire ai corpi e alle persone mummificate un’identità. Il complesso lavoro di intervento si inserisce nell’ambito della rassegna “Under the Skin” (Sotto la Pelle), progetto di valorizzazione della collezione anatomica nato dalla partnership tra la Pro Loco cittadina e l’Università dell’Insubria e finanziato dalla Fondazione Cariplo col sostegno della Fondazione Comunitaria di Lodi.

I preparati saranno sottoposti a diverse analisi storiche, mediche e biologiche grazie a Ilaria Gorini e Omar Larentis, direttrice e coordinatore del Centro di ricerche di Osteroarcheologia e Paleoantropologia dell’Università dell’Insubria, affascinati dei tanti aspetti ancora inesplorati delle attività di mummificazione e conservazione impiegate dal “pietrificatore” lodigiano, attorno al quale si muove ancora oggi un alone di mistero e leggenda. Con loro anche l’ematologo forense dell’Università di Genova Stefano Vanin e Alberto Carli dell’Università del Molise, responsabile della ricostruzione storica della biografia di Gorini e dei soggetti pietrificati. Alcuni preparati verranno restaurati a breve e le informazioni acquisite e ricavate da essi saranno fondamentali per analizzare i corpi andando oltre l’aspetto puramente scientifico delle operazioni. Grazie a queste restaurazioni sarà infatti possibile ricostruire le condizioni di vita dei soggetti mummificati, le trasformazioni subite nel tempo e le nozioni della loro osteobiografia: età, stato di salute ed eventuali patologie. "Ci stiamo concentrando su una parte della collezione finora poco esplorata – chiarisce Ilaria Gorini – 30 teste e 6 corpi di bambini pietrificati. Si tratta di reperti unici per il loro stato di conservazione e la tecnica utilizzata, la pietrificazione, che non seguiva un metodo standardizzato: ogni studioso adottava un approccio personale, spesso eclettico. Gorini, in particolare, aveva sviluppato una delle tecniche più peculiari. Il nostro obiettivo è capire esattamente come operava".