PAOLA ROBERTA ARENSI
Cronaca

Elisa Conzadori travolta e uccisa dal treno a Maleo, dopo l'archiviazione le motivazioni: nessuna anomalia

C'è l'ipotesi del Tribunale che la vettura della vittima, 34enne di Pizzighettone, abbia alzato la sbarra

Elisa Conzadori morì nel 2020 a 34 anni

Elisa Conzadori morì nel 2020 a 34 anni

Maleo, 26 ottobre 2023- “Nessuna anomalia negli impianti, e l’ipotesi non inverosimile, che l’auto della vittima abbia alzato la sbarra al suo passaggio”. Sono le motivazioni, appena rese note, dell’archiviazione, da parte del giudice del Tribunale di Lodi, del caso Conzadori.

Elisa Conzadori di Pizzighettone, nel Cremonese, ha perso la vita, a 34 anni, il giorno di Ferragosto del 2020. Dipendente del supermercato Famila di Codogno, la ragazza è morta, travolta da un treno Milano-Mantova, al passaggio a livello di Maleo, mentre rincasava dal turno di lavoro.

La sua Citroen C3 è stata scaraventata a decine di metri di distanza dal convoglio, che viaggiava a 100 chilometri orari, mentre la conducente impegnava il passaggio a livello di via Case Campagna. Un colpo fortissimo e fatale.

Nelle scorse settimane il giudice per le indagini preliminari ha archiviato il caso, dopo le minuziose indagini della Procura di Lodi, con anche perizie e super esperti, non ritenendo necessari altri accertamenti e accogliendo la richiesta di archiviazione della Procura stessa.

Erano stati forti le proteste del papà di Elisa, Walter, che dice di essere in cura da psicologi, con la famiglia, per il non riuscire a darsi pace. Nonostante i testimoni e le perizie svolte, infatti, ad oggi non ci sono colpevoli e di fatto, non ci saranno conseguenze per nessuno degli addetti ai lavori. Il padre ha quindi promesso di andare avanti attraverso i piani alti della politica e nel tentativo di far riaprire il caso e avere ispettori in loco.

Anche i sindaci di Maleo e Pizzighettone hanno ripetutamente chiesto giustizia. C’era quindi attesa, tra i congiunti della 34enne, la difesa legale, che in questa fase preferisce non commentare e il Basso Lodigiano in genere, per capire le motivazioni dell’archiviazione. In riferimento al testimone preso in considerazione dal giudice, sentito per tre volte, le motivazioni spiegano che “ciò che dice non è corroborato dalle risultanze tecniche: l’apparato del passaggio a livello di Maleo non ha infatti segnalato l’anomala apertura della sbarra”.

E anche, sempre secondo il Tribunale, la perizia tecnica eseguita da super esperti, 45 giorni dopo l’incidente, con una telecamera presente in loco per 24 ore, non ha lasciato emergere nulla. Il sistema non ha registrato aperture anomale. Elisa non avrebbe avuto malori, nel documento delle motivazioni si legge così che si ritiene non inverosimile, che Elisa, arrivata alla sbarra a ridotta velocità, si sia appoggiata col cofano sotto l’ostacolo, facendo scorrere la sbarra lungo il profilo sull’autovettura e alzandola.

La difesa, nel tempo, aveva sollevato dubbi circa questa ipotesi. Sull’auto e la sbarra, che era di plastica leggera, non c’era infatti alcun segno. E la sbarra, dopo l’incidente, è rimasta alzata. Il suo perno era in ordine. Restano le versioni di tre testimoni sentiti subito e uno, più determinante, tre volte e per tutti i quali la sbarra dal lato di Elisa sarebbe stata alzata a priori. Uno arrivato con lei, uno in moto e un terzo sopraggiunto qualche minuto dopo. La scorsa estate erano emersi anche altri due testimoni che, per motivi sconosciuti, sul momento avevano affidato solo ai social network i propri pensieri, Marito e moglie, arrivando dalla parte di Elisa, hanno notato la sbarra alzata, il treno a sinistra, l’auto incidentata, persone ferme, con la sbarra abbassata, dalla parte opposta, che gli indicavano il pericolo e sono passati con la propria vettura.