
Sequestro di persona, tortura, lesioni personali, tentata estorsione e usura. È l’elenco dei reati contestati a un cittadino marocchino...
Sequestro di persona, tortura, lesioni personali, tentata estorsione e usura. È l’elenco dei reati contestati a un cittadino marocchino di 30 anni, arrestato dai carabinieri della Compagnia di Luino nella giornata di venerdì scorso e da ieri rinchiuso nel carcere dei Miogni. Secondo gli inquirenti, l’uomo sarebbe uno dei quattro responsabili del brutale sequestro di un connazionale di 63 anni, tenuto prigioniero in un appartamento di via Cavour e sottoposto a violenze per ore, fino a quando non è riuscito a fuggire lanciandosi dal balcone del primo piano.
L’episodio risale a domenica 31 agosto. I carabinieri erano intervenuti dopo la segnalazione di un uomo ferito e in evidente stato di shock, trovato con contusioni e lesioni diffuse al volto, alle braccia e al torace. L’uomo aveva raccontato ai militari di essere stato attirato nell’abitazione da quattro conoscenti nordafricani che lo avrebbero immobilizzato con fascette di plastica e picchiato ripetutamente, chiedendogli denaro e minacciandolo di ulteriori ritorsioni. Un calvario terminato solo con il gesto disperato di gettarsi dal balcone, che gli ha permesso di richiamare l’attenzione e chiedere aiuto.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Varese, ha portato in pochi giorni all’identificazione di due degli aggressori. Uno di loro, secondo quanto emerso, avrebbe già fatto perdere le proprie tracce riparando all’estero, probabilmente nel Paese d’origine. L’altro, domiciliato a Gemonio, è stato localizzato a Maccagno. Ora è in carcere.
Ch.S.