
Carol Maltesi (a sinistra) e Davide Fontana
Milano, 15 maggio 2025 – Davide Fontana, imputato dell'omicidio di Carol Maltesi avvenuto nel 2022 a Rescaldina (Milano), è stato condannato all'ergastolo senza isolamento diurno dalla corte d'Assise d'Appello di Milano, nell'appello bis dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza all'ergastolo chiedendo di valutare nuovamente solo l'eventuale sussistenza dell'aggravante della premeditazione. I giudici hanno riconosciuto l'aggravante della premeditazione accogliendo in pieno la richiesta della Procura generale. "Spero che adesso sia finita e che Carol riposi in pace", ha detto la zia della vittima dopo la lettura del verdetto.

La straziante fine di Carol
A quanto ricostruito nel corso delle indagini, il giorno dell'omicidio Carol e l’ex bancario 45enne si erano incontrati per girare assieme un video hard da pubblicare su una nota piattaforma, nel quale lei, che realizzava contenuti con l'aiuto dell'ex fidanzato, doveva apparire legata e con un cappuccio sulla testa. Una scena che le era stata commissionata da un utente che si era poi rivelato essere lo stesso Fontana tramite un profilo falso. Carol fu colpita alla testa con un martello per 13 volte e poi finita con una coltellata alla gola. Il 44enne non avrebbe accettato l'imminente trasferimento della giovane in provincia di Verona.
Il corpo fatto a pezzi e abbandonato nei sacchi neri
Dopo l'omicidio Fontana aveva fatto a pezzi il corpo tenendo i resti nel congelatore per settimane. Non riuscendo a bruciarli, aveva infine deciso di abbandonarli dentro ad alcuni sacchi neri in un dirupo a Paline di Borno, in provincia di Brescia. Per tutto quel tempo avrebbe continuato a utilizzare il suo cellulare per rispondere ai messaggi di amici e parenti.

Il delitto a Rescaldina
Nel primo appello i giudici avevano riconosciuto l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, oltre che per la distruzione e l'occultamento di cadavere, aggravanti che avevano fatto aumentare la pena dai 30 anni del primo grado all'ergastolo. La Cassazione ha confermato l'aggravante della crudeltà stabilendo invece un annullamento con rinvio su quella della premeditazione. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 60 giorni.