Magenta (Milano) – Cosa ne sarà dei 50, tra uomini e donne in condizione di grande fragilità, che lavorano alla cooperativa Il Fiore di Magenta? Con il prossimo primo gennaio rischiano di rimanere senza occupazione. Una doccia fredda. Ma cos’è accaduto alla cooperativa di via Piave che faceva lavorare queste persone impegnate nell’assemblaggio di occhialini da piscina? La cooperativa Il Fiore, nata per volontà di Giuditta Ranzani, ha lavorato per 20 anni con la Technisub di Genova che aveva commissionato il lavoro di assemblaggio.
Technisub è stata poi rilevata da una multinazionale francese che, a causa della mala gestione, ha letteralmente dilapidato una ditta florida. Acquisita per un euro da una finanziaria inglese che ha deciso di mantenere internamente la produzione. Il comune di Genova ha cercato l’acquirente, per mantenere il marchio prestigioso in città. Ma non c’è stato niente da fare e il prossimo 31 dicembre si trasferirà in Inghilterra. Il risultato saranno 50 lavoratori, molti dei quali con un’età superiore ai 40 anni e affetti da disabilità psichica importante, allo sbando.
"Con un dispiacere immenso ho già dovuto licenziare due ragazzi – ha spiegato Ranzani – Cosa che non avrei mai fatto in vita mia. In più c’è anche il problema che abbiamo 30mila euro di fatture da recuperare. Abbiamo il problema dell’affitto del capannone che, grazie ai proprietari, continueremo ad utilizzare per un periodo limitato. Ora abbiamo tre mesi di tempo per riuscire a recuperare un lavoro da affidare ai nostri ragazzi”.
Domenica l’associazione dei Carabinieri in congedo ha organizzato una tombolata che ha portato a raccogliere una somma cospicua per la cooperativa. Ma la domanda che sorge spontanea è una. Cosa ne sarà dei dipendenti che da anni lavorano alla cooperativa? L’assessore ai Servizi sociali del Comune di Magenta Giampiero Chiodini spiega che la situazione è stata portata all’attenzione dei sindaci dei piani di zona. La cooperativa fa lavorare ragazzi che vivono in tutti i 13 comuni dei piani di zona. "Ai sindaci ho fatto presente una cosa molto semplice – conclude Ranzani – se per voi la cooperativa è un valore aiutatemi a salvarla. Altrimenti tutto finirà e 50 ragazzi fragili rimarranno senza occupazione”.