Magenta, 8 settembre 2024 – L’estrema destra si raduna all’oratorio: esplode la polemica. Ieri e oggi i militanti di Lealtà e Azione, formazione che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie, si sono ritrovati nei locali dell’oratorio San Giuseppe a Magenta, nell’Ovest Milanese. Il luogo dell’adunata, come è abitudine degli eventi organizzati da gruppi di orientamento neofascista, è stato tenuto segreto quasi fino all’ultimo.
Non appena si è saputo della scelta della sede, sono divampate aspre polemiche, anche perché oggi alle 16 Lealtà e Azione aprirà una nuova sede a Legnano, a pochi chilometri da Magenta. I rappresentanti della comunità pastorale, visibilmente imbarazzati, non hanno potuto far altro che ammettere di aver appreso solo a cose fatte dell’ideologia degli autori della richiesta di affitto degli spazi, prendendo allo stesso tempo le distanze dalla rassegna, che ospita anche un incontro su “arte e fascismo” con Vittorio Sgarbi e il vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo.
Anpi stigmatizza
Lealtà e Azione "è una formazione politica che si ispira ad un passato che la storia, la lotta partigiana e antifascista ha sconfitto e condannato con la Liberazione avvenuta il 25 Aprile 1945. A questo giudizio politico - ha sottolineato l'Anpi milanese - si aggiunge il fatto che sono guidati da pluricondannati per pestaggi e violenze di vario genere avvenute nel mondo degli ultras di calcio"
"Milano democratica, antifascista e Costituzionale non vi vuole" ha proseguito l'associazione in un comunicato.
Le “scuse” della parrocchia
E sempre con un comunicato la comunità pastorale di Magenta ha spiegato che "l'ospitalità data negli spazi dell'oratorio della Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, a Pontenuovo di Magenta, è stata concessa in assoluta buona fede e, soprattutto, senza sapere preventivamente che a richiederla fosse un'associazione di matrice politica ben determinata".
"Purtroppo si è venuti a sapere troppo tardi chi fossero i richiedenti, i quali avevano inizialmente chiesto gli spazi, parlando di una semplice festa", spazi che per "prassi consolidata" sono concessi "per feste di compleanno o per iniziative di natura benefica e, comunque, mai per iniziative politiche di qualsiasi orientamento".
"Né l'ex parroco, don Giuseppe Marinoni, né il neo parroco, don Federico Papini, e neppure gli altri sacerdoti erano a conoscenza a conoscenza della reale natura dell'evento. Seppure con la consapevolezza che sia stata una leggerezza imperdonabile - si conclude la nota -, la Comunità Pastorale si dissocia dall'evento in questione".