
Fabio Ravasio con Adilma Pereira Carneiro
Parabiago (Milano), 9 luglio 2025 – Un tutti contro tutti nel processo Ravasio che avrà conseguenze tutte da verificare nelle prossime udienze. Quello andato in scena lunedì scorso al tribunale di Busto Arsizio ha il sapore di vendette personali condite da riti ancestrali e macumbe.
“Ariane disse di cercare il killer tra gli zingari del campo di Magenta”. La frase, detta da Ferretti ha avuto l’effetto di una bomba. Ariane, che non è imputata nel processo ma era presente in aula, ha perso il controllo: “Sei un infame di m…., bugiardo! Mettetegli la macchina della verità!” ha urlato, venendo trascinata fuori dalla polizia giudiziaria tra lo sconcerto generale. Una scena surreale, che ha mostrato quanto i nervi siano tesi in un processo che sta svelando retroscena inquietanti su un omicidio pianificato nei dettagli, tra ossessioni, gelosie, presunti riti magici e una sete di vendetta mai sopita.
Durante la lunga deposizione, Ferretti ha ricostruito la rete di complicità e gli incontri preparatori. Ma il processo ha preso una piega ancora più inquietante quando Ferretti ha raccontato dei riti macumba praticati da Adilma, “per far venire un tumore a Ravasio”, oltre a rituali di purificazione. A un certo punto, è stata mostrata a Ferretti una foto inviatagli da Mirko Piazza, uno degli imputati: una locandina del film Fast & Furious in cui i protagonisti avevano i nomi dei coinvolti nell’omicidio, come se fosse una banda organizzata. Ferretti ha scosso la testa, visibilmente turbato.
A complicare ulteriormente il quadro è arrivata la testimonianza del figlio tredicenne di Adilma, ascoltato in modalità protetta. Il ragazzino ha riferito di aver sentito nel bar, frequentato abitualmente dalla madre e da Ferretti, una conversazione tra quest’ultimo e un’altra persona, in cui si parlava della volontà di “trovare qualcuno, un tossico o un marocchino, disposto a uccidere”. Solo dopo avrebbe capito che il bersaglio era Fabio Ravasio, che lui stesso considerava come un padre. Una dichiarazione che smentisce parzialmente una versione precedentemente raccontata a un amico e getta nuova luce sulla dinamica dell’organizzazione. Il ragazzo ha anche riferito che la madre gli avrebbe confidato che Ferretti era innamorato di lei, che Ravasio era geloso, e che tra i due uomini c’era un forte rancore.
Una versione che si avvicina a quella data da Adilma stessa: sarebbe stato Ferretti, mosso dalla gelosia, a voler eliminare Ravasio. La verità, però, resta ancora offuscata da bugie, contraddizioni e scarichi di responsabilità.