S.V.
Cronaca

Cuggiono, Carlo Motta è di nuovo in sella: in bicicletta tra Cile e Bolivia. “Promuoverò progetti solidali”

La partenza del 64enne è prevista per mercoledì prossimo. Viaggerà in solitaria con una mountain bike che poi lascerà in dono

L’instancabile Carlo Motta pronto a ripartire per il Sudamerica dopo il viaggio in Argentina dell’anno scorso

L’instancabile Carlo Motta pronto a ripartire per il Sudamerica dopo il viaggio in Argentina dell’anno scorso

La partenza è prevista il 27 agosto da Malpensa: il cicloamatore Carlo Motta, inarrestabile, si prepara a vivere un nuovo progetto solidale: "CiclAnde, pedalando tra i deserti e gli altipiani di Cile e Bolivia". Il cuggionese, dopo il viaggio del 2024 in Argentina sulle tracce dell’emigrazione italiana, ritorna in Sud America con il patrocinio del Comune e i contributi di Insubria Sport ASD e di Cicli Fusar Poli.

"Il progetto 2025 mi vedrà partire dalla cittadina di Calama (Nord del Cile), non prima però di aver visitato Chuqhicamata, insediamento estrattivo famoso per ospitare la miniera di rame a cielo aperto più grande del mondo. Da Calama punterò le ruote verso sud, percorrendo il deserto di Atacama. Da San Pedro de Atacama risalirò le Ande ed entrerò in Bolivia, dove pedalerò per due settimane sull’altipiano a un’altitudine tra i 4000 ed i 5000 metri. Incontrerò diverse comunità che vivono di allevamento ed estrazione e lavorazione del sale e che hanno un livello di reddito ai limiti della sussistenza. Arrivato nel Parco di Sajama salirò gli oltre 6300 metri del Volcan Parinacota, una delle cime più alte della Cordillera delle Ande: sulla vetta lascerò lo stemma del Comune di Cuggiono. Da Sajama quindi ritornerò in Cile". Motta viaggerà in solitaria e con una mountain bike, nuova, che gli è stata donata da Insubria Sport (società sportiva di Cuggiono) e dal negozio Fusar Poli di Busto Garolfo.

La società Insubria Sport supporterà anche una parte delle spese del progetto. "Sosterrò le comunità del Parco di Sajama, dove le famiglie dei villaggi spersi tra le cime più alte della Cordigliera mantengono vive le tradizioni, dal cibo alla tessitura e l’organizzazione non governativa "Moe", che opera ad Arica. Al Moe lascerò la bicicletta usata durante il viaggio: aiuterà un giovane a raggiungere più agevolmente la scuola e il posto di lavoro.