FULVIO DOMENICO D'ERI
Cronaca

Giubileo e Olimpiadi nell’obiettivo. Un viaggio in bici lungo 2.800 km

Il valtellinese Leonardo Cavazzi è partito dalla Sicilia. L’iniziativa ha il patrocinio del Vaticano

Il valtellinese Leonardo Cavazzi è partito dalla Sicilia. L’iniziativa ha il patrocinio del Vaticano

Il valtellinese Leonardo Cavazzi è partito dalla Sicilia. L’iniziativa ha il patrocinio del Vaticano

In bici da Comiso (Ragusa) al capoluogo. Si è concluso ieri a Sondrio, dove è stato accolto con gli onori del caso dall’assessore comunale alla Cultura, all’educazione e all’istruzione Marcella Fratta, il viaggio in bicicletta da Sud a Nord dell’Italia del valtellinese Leonardo Cavazzi. Leonardo è partito il 6 luglio da Comiso, in Sicilia, e il suo viaggio si è snodato lungo nove regioni italiane della dorsale tirrenica, per un tragitto di 2800 chilometri. Il progetto, denominato "Dal deserto dei Monti Iblei ai ghiacciai delle Alpi" ha ricevuto il patrocinio del Vaticano. Il pro-prefetto del dicastero per l’evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella ha concesso il patrocinio del Giubileo 2025. In questo viaggio Cavazzi ha toccato alcuni luoghi simbolo dell’unità d’Italia (Teano, Caserta, Sabaudia, Santena, dove è sepolto Cavour), nell’80° anniversario della Seconda Guerra mondiale che coinvolse l’Europa e il mondo, Anzio e Cassino. Importanti le tappe a Roma, Firenze, Vinci, e in due "santuari" dello sport quali il museo della bici di Gino Bartali a Firenze e il museo della bici di Fausto Coppi a Novi Ligure. Nell’ultima settimana ha toccato la Liguria e il Piemonte, prima di approdare in Lombardia. Nell’ultima parte del suo viaggio ha attraversato i luoghi delle Olimpiadi invernali, Livigno e Bormio. Tante le accoglienze "speciali" delle amministrazioni. Tra queste a Bormio, Cavazzi è stato accolto dall’assessore allo Sport e alla cultura, Samantha Antonioli.

Quattro giorni prima aveva fatto tappa a Morbegno dove aveva incontrato la vicesindaco Anna Gusmeroli. Ieri ha percorso l’ultima tratta del viaggio, passando per Piateda, suo paese natale, e dopo un ultimo strappo di sette chilometri, a Sondrio. Con questa meta, lo sportivo ha voluto disegnare un ideale gemellaggio tra due Comuni situati uno all’estremo sud e l’altro al nord. Il ciclista, 62 anni, è nato a Piateda, e lì ha vissuto da bambino, per poi trasferirsi a Cengio, in Liguria, dove ha vissuto per 42 anni. Da sette anni vive a Comiso, in Sicilia. "Questo viaggio – racconta – rappresenta il simbolo di un’Italia unita, da sud a nord, pur con le sue complessità. Quando capiremo che le diversità culturali sono un potenziale per lo Stato saremo una grande nazione, basata sulla fratellanza e l’unione d’intenti. Le Olimpiadi invernali coinvolgono tutta la nazione dai Monti Iblei alle Alpi e non solo: sono un simbolo di questa unità… Ringrazio i sindaci e gli amministratori che mi hanno accolto nelle loro città". Fulvio D’Eri