PAOLO GIROTTI
Cronaca

Busto Arsizio, in un anno mille procedimenti per violenze, maltrattamenti o stalking

I dati forniti dal Procuratore capo Carlo Nocerino, disegnano un quadro preoccupante nel territorio di competenza: il 50% dei magistrati è impegnato su questo fronte

Carlo Nocerino, con il Questore Giuseppe Petronzi e il vice Questore, Ilenia Romano

Legnano, 23 novembre 2023 - “Su dieci magistrati effettivi in organico alla Procura di Busto Arsizio ben cinque, il 50% delle forze disponibili, sono impegnati nel dipartimento che si occupa esclusivamente di violenze sulle donne, in famiglia, stalking e reati assimilabili: credo che questo dato sia sufficiente per dare la dimensione dell’impegno della Procura e della quantità di reati che ricadono in questa categoria”.

È così che Carlo Nocerino, Procuratore capo presso il Tribunale di Busto Arsizio, ha fatto il punto della situazione a proposito di questa tipologia di reati in occasione dell’inaugurazione della “Stanza tutta per sé” al Commissariato di Polizia di Legnano, uno spazio dedicato alle donne che si presentano per denunciare violenze. In un anno, ha spiegato Nocerino, sono stati registrati in tutto mille procedimenti penali (il territorio di competenza del Tribunale di Busto Arsizio ha un bacino d’utenza di circa 900mila abitanti). Ben 436 di questi procedimenti riguardano casi di maltrattamenti in famiglia, 77 le denunce per violenza sessuale, mentre sono 264 i procedimenti per casi di stalking (“Persone - ha detto Nocerino a proposito degli stalker – che abbiamo verificato essere davvero in grado di togliere l’ossigeno alle loro vittime”). “Fortunatamente siamo passati in pochi anni da soluzioni che si traducevano nel “componimento di privati dissidi” - ha detto Nocerino -, la vecchia formula messo in atto in modo paternalistico dal Questore e che risultava a tutti gli effetti inutile dal punto di vista pratico, a un’organizzazione che mette in campo il Codice rosso, che si sta rivelando efficace, l’app Youpol, il numero 1522 da chiamare in caso di richiesta di contatto, la banca dati Scudo e, al netto di alcuni problemi tecnici evidenziati, il braccialetto elettronico. Un quadro completamente mutato, dunque, che ha aiutato l’emersione del fenomeno". “Dobbiamo arginare questa piaga, che mi fa vergognare come uomo - ha detto Nocerino durante il suo intervento, citando poi anche un momento “personale” per sottolineare le tante domande che episodi come questo generano -. Non mi vergogno invece nel dire che in questi giorni, con la vicenda di Giulia che occupa le cronache, mi sono sentito in dovere di parlare con i miei due figli che, per inciso, hanno 27 e 30 anni. Mi sono sentito di parlare con loro per provare a capire cosa potrebbe rappresentare per loro essere lasciati, l’abbandono. Le risposte, è forse ovvio, erano quelle mi attendevo e che mi hanno tranquillizzato, ma dico questo perché credo che questo mio atteggiamento, che li ha un poco stupiti per l’approccio paterno malgrado l’età, e la cosa che mi sono sentito di fare siano davvero significativi per sottolineare quanto questi fatti abbiamo avuto impatto e colpito nel profondo anche me”.