Professoressa accoltellata in classe, niente carcere per lo studente: due anni di “messa alla prova”

Abbiategrasso, la decisione del giudice del Tribunale dei minori per l’aggressione a Elisabetta Condò all’istituto Alessandrini

Le armi sequestrate al 16enne arrestato per l'accollamento a scuola. A destra: Elisabetta Condò, la professoressa accoltellata all'istituto Alessandrini di Abbiategrasso

Le armi sequestrate al 16enne arrestato per l'accollamento a scuola. A destra: Elisabetta Condò, la professoressa accoltellata all'istituto Alessandrini di Abbiategrasso

Milano – Un periodo di due anni di “messa alla prova”, ossia di affidamento ai servizi sociali minorili per un percorso educativo e di sostegno anche psicologico. Lo ha stabilito la giudice del Tribunale per i minorenni Paola Ghezzi per lo studente che, il 29 maggio 2023 a 16 anni, accoltellò in aula, durante la lezione, la sua insegnante di italiano – Elisabetta Condò – nell'istituto Emilio Alessandrini ad Abbiategrasso (Milano).

Per il ragazzo, arrestato nelle indagini del pm Myriam Iacoviello per tentato omicidio e difeso dall'avvocato Robert Ranieli, il processo è stato sospeso con ordinanza di messa alla prova, che se andrà a buon fine porterà all'estinzione del reato

L’aggressione avvenne nella mattina del 29 maggio 2023: durante una lezione di italiano, la professoressa Elisabetta Condò, 52 anni, mentre stava passando tra i banchi, venne colpita alla schiena con un grosso coltello da uno studente di 16 anni, che dall’inizio dell’anno aveva già avuto 6 note disciplinari. Dopo l’aggressione il 16enne estrasse anche una pistola – che si rivelò essere un’arma giocattolo a gas – e minacciò i compagni di classe intimando loro di uscire dall’aula. Una volta fuori, i compagni lanciarono l’allarme. Inizialmente infatti le segnalazioni arrivate al 112 parlavano di una sparatoria a scuola.

La professoressa riportò un taglio a un braccio e una ferita alla testa e venne ricoverata in codice giallo all’ospedale di Legnano. Anche lo studente venne portato al San Carlo di Milano per le ferite che si procurò. Successivamente venne ricoverato nel reparto di neuropsichiatria dell'ospedale San Paolo di Milano.