
Aggredito da un 16enne, Rocco Latrecchiana (frame video Tg Lombardia) colpito al naso il primo giorno del suo incarico all’istituto Lombardini
Abbiategrasso (Milano), 22 dicembre 2024 – Aveva aggredito un professore, Rocco Latrecchiana lo scorso 15 ottobre (botte, spintoni e naso rotto), all’istituto Lombardini di Abbiategrasso, in provincia di Milano: lo studente 16enne, minore su cui pende ancora la denuncia per resistenza, lesioni e violenza a pubblico ufficiale, sarà riammesso in classe. Stando a quanto riporta Il Giornale, si tratta di una decisione dell'Organo di garanzia regionale del ministero dell'Istruzione, ufficio scolastico della Lombardia,
La scelta di cacciare lo studente violento era stata presa dal dirigente della scuola di Abbiategrasso Michele Raffaeli (è lo stesso che lo scorso anno dovette affrontare un turbine di domande da parte dei media che lo incalzavano sull’aggressione di uno studente armato di coltello ad una professoressa) ed era stata difesa dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, convinto che la riforma della condotta possa “ridare valore al comportamento degli studenti e ripristinare il principio della responsabilità individuale”.

Stando sempre a quanto riporta Il Giornale, alla decisione di rivedere il provvedimento si è giunti grazie al pressing dei legali della famiglia del ragazzo, che nel frattempo è seguito da un professionista in neuropsichiatria e continua a studiare a casa.
L’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia ha ritenuto che il provvedimento di espulsione definitiva presentasse vizi procedurali significativi. Tra questi, “l’esclusione della famiglia del ragazzo dalla composizione allargata del Consiglio di Classe” e “conflitti di interesse all’interno dell’Organo di Garanzia”. Tali irregolarità hanno invalidato il processo disciplinare.
Dal punto di vista sostanziale, l’USR ha anche preso in considerazione le condizioni personali dello studente, affetto da problematiche comportamentali certificate. È stato evidenziato che il ragazzo “non aveva ricevuto un adeguato supporto scolastico” e che l’allontanamento definitivo avrebbe compromesso irrimediabilmente il suo percorso educativo, in contrasto con il principio del recupero sancito dal DPR 24/1998.
Al di là dei tecnicismi e dei vizi formali, si legge ancora sul quotidiano, c'è un principio che è stato calpestato: “La scuola è una comunità di dialogo” che dovrebbe garantire “il recupero delle situazioni di svantaggio”, il minore ha una serie di problemi familiari e comportamentali irrisolti.
Come sottolinea il sito ‘La Voce della Scuola’, la decisione dell’USR ha di fatto ribaltato le posizioni espresse dalla scuola, dal Ministro e dall’opinione pubblica, aprendo un nuovo fronte di discussione sulla gestione di casi simili. Se da un lato si ribadisce il diritto all’inclusione e al recupero, dall’altro emerge il rischio di trasmettere un messaggio di debolezza nei confronti di comportamenti violenti.