Abbiategrasso (Milano) – Una città divisa su quanto accaduto all’istituto Lombardini di via Vivaldi dove l’altra mattina un docente è stato aggredito da uno studente che aveva appena subito un rimprovero. Docente colpito al volto e trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Magenta, dal quale è stato dimesso con una prognosi di 21 giorni. Ora è a casa. Vive a Villa Cortese e ha cominciato a lavorare nell’istituto abbiatense soltanto da quest’anno. La vicenda è ancora tutta da ricostruire e il professore, che insegna arte e disegno, preferisce, al momento, non rilasciare dichiarazioni. Troppo presto per parlare, la vicenda è nelle mani degli avvocati.
Il preside, professor Michele Raffaeli, ha parlato di un ragazzo che ha compreso la gravità di quanto ha fatto. Ha parlato anche con i genitori per capire insieme quale percorso intraprendere. Gli incontri con gli psicologi a scuola ci sono, lezioni sulla legalità e il rispetto delle regole si fanno, chi sta vivendo una situazione di disagio può sempre rivolgersi ad un docente che lo indirizzerà da un esperto. Tutte cose che anni fa non esistevano nelle scuole, eppure la violenza nei confronti dei docenti sembra quasi diventata una regola.
E sui social si attacca un sistema dove tutto viene permesso ai ragazzi, in un mondo sempre pronto a perdonarli. Ora il ragazzo aspetta una più che probabile sospensione e una denuncia a piede libero per lesioni e resistenza. “Servirebbe che si torni al servizio militare obbligatorio – commenta un uomo – uscivi pronto ad affrontare la vita e rispettavi chi ti stava davanti”. Era accaduto anche lo scorso anno sempre ad Abbiategrasso, ma i piccoli episodi che non sono così gravi da salire alla ribalta della cronaca, sono in deciso aumento. “Tutti, dentro di noi, abbiamo dei malesseri – aggiunge una donna – ma non è accettabile che non si abbia rispetto per colui che ti sta davanti. Bombo o adulto che sia. Basta giustificare episodi violenti. Le proprie ragioni si possono esprimere senza mettere le mani addosso ad una persona”.