REDAZIONE BERGAMO

Bergamo: blitz alla Torre dei Caduti, esposta maxi-bandiera della Palestina

L’azione rivendicata dagli attivisti del centro sociale Pacì Paciana, con esponenti di Fridays for Future e Collettivo Las. Questa mattina in città era di passaggio il Giro d’Italia donne

Due immagini del blitz di questa mattina alla Torre dei Caduti

Due immagini del blitz di questa mattina alla Torre dei Caduti

Bergamo, 6 luglio 2025 – Hanno approfittato dei riflettori momentaneamente accesi sulla loro città, dato il passaggio di una tappa del Giro d’Italia Donne, per fare luce, a loro volta, sulla drammatica situazione nella striscia di Gaza, da mesi nel mirino di una durissima rappresaglia del governo israeliano, dopo gli attacchi terroristici del 7 ottobre di due anni fa.

Attivisti dello storico centro sociale Pacì Paciana, insieme agli esponenti di Fridays for Future Bergamo e Collettivo Las hanno effettuato un blitz sulla Torre dei Caduti, esponendo un’enorme bandiera della Palestina e bloccandone, temporaneamente, gli accessi. 

La nota

“Abbiamo calato una bandiera gigante della Palestina dalla Torre dei Caduti. Un gesto simbolico, ma necessario – si legge nel comunicato diffuso dopo l’azione – Perché? Perché Gaza e tutta la Palestina bruciano sotto le bombe. Perché Israele porta avanti un genocidio con la complicità dell’Occidente, con il governo Meloni in prima fila mentre alimenta un clima di guerra, censura e repressione. Bloccare l’accesso alla torre è un modo per dire basta. Basta silenzio, basta indifferenza, basta finta neutralità. Prendere posizione è urgente. Anche con azioni radicali, se serve, sfidando il dl Sicurezza divenuto legge”.

Poi un elenco dei target contro i quali si rivolge l'iniziativa. “Contro il partito unico della guerra, che si traveste da democrazia ma fa scelte da regime – proseguono gli attivisti – Contro chi continua a raccontare la guerra come necessaria, giusta, inevitabile. Contro chi reprime il dissenso, chi militarizza le città, chi lascia morire i popoli. E allora rivendichiamo anche la memoria. Quella memoria che Bergamo continua a distorcere celebrando come eroe Antonio Locatelli (aviatore italiano, medaglia d'oro al valore militare, ndr), uno che in Etiopia e Eritrea gasava civili e lo scriveva pure con orgoglio nei propri diari. Un criminale di guerra, non un esempio da seguire. Se non si fa chiarezza sul passato coloniale, sarà impossibile costruire una cultura di pace oggi. Perché vogliamo città che disobbediscono, che scelgono di parteggiare per la vita e i diritti”.

Il fronte interno

Fra gli obiettivi della manifestazione c’è anche il governo Meloni, come annotato nel comunicato. “E abbiamo agito anche contro un’altra guerra: quella interna. Quella che si combatte a colpi di decreti liberticidi. Il Decreto Sicurezza, ora legge, è un dispositivo per reprimere chi lotta – scrivono ancora gli antagonisti – Criminalizza il dissenso, intimidisce chi si organizza, alimenta paura. Lo abbiamo visto nella manifestazione dei metalmeccanici del 20 giugno, dove a Bologna la questura ha annunciato in pompa magna che farà partire, grazie alla legge Sicurezza, denunce per il blocco stradale. Abbiamo denunciato la deriva repressiva con la rete a Pieno Regime in piazza, insieme a migliaia di persone. Ora che persino la Cassazione dichiara la legge incostituzionale, non possiamo fermarci. È il momento di rilanciare. Sì, possiamo sederci per terra, davanti alla Torre dei Caduti”.