"Io quella la faccio fuori". La frase choc nella chat coi compagni dello studente che ha accoltellato la prof

Abbiategrasso, accertamenti sulla premeditazione che aggrava l’accusa di tentato omicidio nei confronti del sedicenne arrestato

I carabinieri all’istituto Alessandrini dove è stata accoltellata l'insegnante

I carabinieri all’istituto Alessandrini dove è stata accoltellata l'insegnante

Abbiategrasso (Milano) –  L’accusa di tentato omicidio nei confronti del sedicenne dell’Alessandrini, che lunedì ha aggredito alle spalle e ferito una docente, è aggravata dalla premeditazione.

Al magistrato i carabinieri di Abbiategrasso che hanno svolto le indagini sull’accaduto hanno fornito anche i testi di una chat tra compagni di classe in cui il sedicenne scriveva "Io quella la faccio fuori". Purtroppo, alla luce dei fatti accaduti lunedì mattina, si è rilevato che non era affatto una battuta goliardica, una frase scritta per esibire la propria baldanza, per fare presa sui compagni di classe (tutti più piccoli di lui, essendo la seconda volta, quest’anno, in cui frequentava la seconda liceo). Era un pensiero che gli mulinava in testa da tempo, tant’è che il sedicenne si era procurato un pugnale da caccia in acciaio potenzialmente in grado di uccidere, tipo Bowie, in vendita nelle armerie ma acquistabile anche sui siti internet. E una pistola ad aria compressa, certamente innocua ma che "puntata" verso una persona o un gruppo di persone, non solo minorenni, un certo effetto lo produce.

Pistola e coltello che erano nascoste nello zaino e che magari il giovane non avrebbe usato se la docente quella mattina non lo avesse preventivamente avvisato dell’interrogazione in Storia alla seconda ora. Già all’arrivo a scuola la stessa docente aveva chiesto a lui e ad altri della classe di scusarsi per gli episodi di bullismo commessi in classe la settimana precedente (lo spegnimento della lavagna interattiva nelle lezioni del docente di inglese e l’apertura di una fialetta puzzolente che aveva costretto la classe a spostarsi). Scuse mai arrivate. Scuse che invece il sedicenne ha chiesto ai compagni del gruppo di lavoro quando aveva già in mano coltello e pistola e si stava alzando per aggredire la docente voltata di spalle. Una aggressione maturata nel tempo.