REDAZIONE LECCO

Spedizione nello Yukon . I Ragni lasciano la loro firma sulle pareti “inarrampicabili“

Nuova via in Canada poi il rientro in kayak per 500 chilometri

Nuova via in Canada poi il rientro in kayak per 500 chilometri

Nuova via in Canada poi il rientro in kayak per 500 chilometri

Quattro scalatori dei Ragni di Lecco sono partiti per lo Yukon, in Canada, una decina di giorni fa e hanno già lasciato la loro firma sulle spettacolari pareti del “Cirque of Unclimbables“, uno dei posti entrati nel mito dell’arrampicata nel Nord America. I protagonisti della spedizione sono David Bacci, 40 anni, i componenti della prima edizione del Cai Eagle Team Giacomo Meliffi, classe 1995, Dario Eynard, classe 2000, e il giovane Enrico Bittelli (2003), fresco di selezione per il Gruppo Cmi della nuova edizione del progetto. "Tanta pioggia, ma siamo riusciti ad aprire una via di 400 metri con difficoltà di 6c/A3, bella dura. In due giorni di lavoro ed è nata “L’oro dello Yukon”, con una splitter finale pazzesca sulla Middle Huey Spire. Bravissimi i ragazzi a dare il 100%, ora torna brutto per qualche giorno", hanno fatto sapere gli scalatori attraverso un messaggio dal telefono satellitare.

La spedizione aveva preso il via con un volo in idrovolante che ha portato il gruppo sul Glacier Lake, poi un giorno di avvicinamento per raggiungere il gigantesco anfiteatro di granito che è il loro terreno di gioco per due settimane. Terminata l’attività alpinistica, il gruppo tornerà al Glacier Lake e inizierà la discesa del fiume Nahanni South, che attraversa una delle aree meno antropizzate del Canada, a bordo di canoe. Un’avventura nell’avventura. Il viaggio si concluderà a Blackstone Landing, dopo 10/15 giorni di navigazione fluviale, per un totale di circa 500 chilometri di natura selvaggia. Il “Cirque of the Unclimbables“ è una formazione di torri granitiche che si innalza per oltre 600 metri nella catena delle Logan Mountains, parte delle più vaste Mackenzie Mountains. Il nome – ironico e provocatorio – fu coniato nel 1955 dall’esploratore Arnold Wexler, che definì queste torri “inarrampicabili” dopo un volo di ricognizione.

Federico Magni