
Gli amministratori comunali lecchesi pensano anche all’impatto visivo di un nuovo collegamento che solcherà il fiume Adda
Nè la uno, né la due, né la tre. I sindaci di Paderno d’Adda, Verderio, Robbiate e Imbersago, bocciato tutte e tre le proposte elaborate dagli ingegneri di Rfi (Rete ferroviaria italiana) per rimpiazzare il ponte San Michele: un ponte viario e ferroviario unico accanto a quello storico esistente; una variate ferroviaria a sud a una viaria a nord; un misto delle primi due scenari.
"Sono non percorribili", sentenziano gli amministratori dei rispettivi municipi. I motivi della triplice bocciatura sono l’aumento spropositato di traffico, il disastro ambientale e paesaggistico, espropri e abbattimenti di case, i costi. La loro proposta è quella di salvare lo storico viadotto, con un totale restauro, e di realizzare un nuovo ponte, ma molto più a sud, come previsto tra l’altro nei diversi piani regionali e interministeriali già approvati in passato. Un nuovo manufatto, almeno viario per alleggerire ulteriormente il San Michele dai veicoli, potrebbe essere costruito ad un chilometro e mezzo di distanza più a valle.
Lì si trova un fronte di frana preistorica, ma si potrebbe aggirare il rischio con un ponte strallato, cioè sopraelevato rispetto al terreno e sorretto da cavi di sostegno ancorati a piloni.
"La proposta offre l’importante vantaggio di porre l’attraversamento dell’Adda a debita distanza dal ponte San Michele, senza alcuna interferenza con la vista dello stesso dal fiume e dalle sue sponde. Inoltre, essendo posizionato dopo la prima ansa a sud del fiume, il nuovo ponte si posizionerebbe fuori dal cono visivo della valle del fiume Adda, fruibile dal ponte stesso", argomentano i quattro primi cittadini. Il collegamento metallico, realizzato tra il 1887 e il 1889, con i suoi 150 metri di luce, intanto sta a “guardare“.
D.D.S.