SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il Municipio 5 a guida Pd: "Scalo e Villaggio olimpico: no alla cittadella fortificata"

Il voto di Cugini, diventato favorevole sul verbale della commissione paesaggio "Spero in un errore (poi rettificato). Si può ancora cambiare: pensiamo agli studenti".

Il voto di Cugini, diventato favorevole sul verbale della commissione paesaggio "Spero in un errore (poi rettificato). Si può ancora cambiare: pensiamo agli studenti".

Il voto di Cugini, diventato favorevole sul verbale della commissione paesaggio "Spero in un errore (poi rettificato). Si può ancora cambiare: pensiamo agli studenti".

"Il mio era un “no“ alla cittadella fortificata: l’ho ribadito e si può ancora sventare". Mattia Cugini, assessore all’Urbanistica del Municipio 5, in quota Pd, il 14 marzo del 2024 aveva votato contro il progetto sull’ex Scalo Porta Romana, sede del Villaggio Olimpico, sviluppato da Coima e finito ora tra i progetti nel mirino della Procura. E ha dovuto difenderlo quel "no", chiedendo rettifica e allegando un fitto elenco di motivazioni, quando sul verbale della commissione paesaggio ha letto che il suo era stato registrato come voto favorevole: "Credo si sia trattato di un errore, non vorrei pensare ad altro. Il giudizio resta negativo e credo che si possa ancora - e si debba - intervenire". Stesso parere del presidente del Municipio 5, Natale Carapellese: "Il giudizio del Municipio non è vincolante, ed è uno dei limiti del decentramento anche se spesso veniamo ascoltati lo stesso – sottolinea Carapellese –. In questo caso abbiamo ribadito la nostra contrarietà: dal punto di vista del ritorno sociale, il progetto è insufficiente, oltre che da quello architettonico e dai numeri".

Sotto la lente pure la vicenda dello studentato più grande d’Italia, da 1.700 posti "sul quale abbiamo qualche riserva – spiega il presidente del Municipio –: sono state modificate le convenzioni, si è cercato di limitare i costi, ma c’è molto da fare per renderlo veramente accessibile agli studenti". Sul maxi piano nell’ex Scalo, Cugini aveva promosso nel 2022 uno studio d’area, che è stato lo strumento che lo ha guidato anche al momento del voto e dell’elenco delle motivazioni a sostegno: "Mancata armonizzazione della progettazione; mancata traduzione delle indicazioni che garantiscono porosità e permeabilità dell’area; mancata trattazione della relazione armonica e integrata con la città esistente e pubblica; mancata indicazione della piena connotazione di spazio pubblico dell’area interessata". Tutte osservazioni inserite tra gli atti della commissione paesaggio di Milano, che non avevano però fatto cambiare idea agli altri membri. "Allo stato attuale sullo Scalo ci sono state due bozze, con le linee guida. Si può ancora intervenire perché serve un raccordo con la città esistente – continua Cugini –: dobbiamo evitare che quell’area diventi una cittadella fortificata come rischia di restare se dovessero rimanere quelle bozze. Non sono chiari l’accessibilità e lo spazio pubblico e attraversabile, come i servizi. Il verde sembra solo ornamentale: nell’ultima proposta è stata tolta la foresta sospesa. Manca una rappresentazione puntuale della definizione proposta delle quinte urbane all’altezza di via Ripamonti e corso Lodi. Come supero via Lorenzini e come mantengo il collegamento con piazza Crema? C’è un tema di barriere".

L’area del Villaggio Olimpico che ha già preso forma "non è raccordata a quella successiva e alla città e gli oneri di urbanizzazione sono stati differiti al dopo Olimpiadi". La conclusione: "Ci siamo attrezzati con uno strumento studiato con il Politecnico che dà una lettura unitaria della città. Ora serve che non sia solo il Municipio a dare messaggi forti". "Il giudizio resta negativo – conclude il presidente di Municipio 5 –, detto questo non voglio aggiungermi a chi approfitta della situazione per dare addosso al sindaco e alla giunta. Le responsabilità sono individuali, ci riserviamo di vedere le carte e gli sviluppi della vicenda. I giudici fanno il loro lavoro, ma la parte politica è ancora in tempo per migliorare i progetti. Milano non può fermarsi, anche perché se si blocca le ricadute sul tema casa saranno ancora più pesanti: con meno disponibilità di alloggi i prezzi aumenteranno ancora".