
Un tratto della ciclabile che ancora deve essere completata fra Abbadia e Lecco
"Una tragedia annunciata". Lo è secondo il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, la morte del ciclista varesino di 67 anni che domenica mattina è stato investito da un automobilista sulla Statale 36 tra Lecco e Abbadia, un tratto obbligato, perché non ci sono percorsi alternativi. L’unico modo per togliere i ciclisti da quel punto di Superstrada ed evitare altri incidenti simili, è completare la pista ciclabile panoramica a tra Lecco e Abbadia, accanto alla 36. L’opera, i cui primi progetti risalgono al 1999, è stata inaugurata solo a metà nel 2019. "È una passerella salvavita – prosegue il sindaco -. Per completarla manca solo l’esecuzione dei lavori. Nel frattempo occorre prudenza". Si tratta tra l’altro di un’infrastruttura il cui completamento è finanziato con fondi per l’appuntamento di Milano – Cortina 2026, sebbene non sarà mai pronta in tempo. Ma la pista ciclabile non potrà servire per evitare blocchi stradali in caso di incidenti, allagamenti e dissesti sulla quella che diventerà la superstrada per le Olimpiadi invernali del prossimo anno, su cui solo tra venerdì e sabato, proprio all’altezza di Abbadia, sono transitati quasi 70mila vacanzieri diretti sul lago o in Valtellina. Non ci sono infatti altri collegamenti. "Nel nuovo Pgt abbiamo indicato un possibile bypass a monte, una sorta di traversa alta, ma si tratta di una linea su un pezzo di carta, non di un progetto reale – ammette il primo cittadino -. È più una possibile soluzione virtuale". Non resta quindi che la prevenzione per evitare blocchi dell’unico collegamento. "Per quanto riguarda gli incidenti, è accertato che nella maggior parte dei casi sono provocati dalla velocità eccessiva – spiega Mauro Gattinoni -. Per questo abbiamo già chiesto l’installazione di tutor, anche nel tunnel dell’Attraversamento e nel traforo del Monte Barro". Per quanto riguarda invece allagamenti e frani, si tratta di episodi imprevedibili "E come tali devono essere gestiti, cioè come emergenze". Daniele De Salvo