DANIELE DE SALVO
Cronaca

Angelo Spreafico, trovato morto in casa da solo: per lui nemmeno l’ultimo saluto

Il corpo è stato immediatamente cremato, subito dopo la conclusione dell’autopsia: impossibile celebrare i funerali. Il parroco: “Ho chiesto a chi mi sostituirà nelle prossime settimane di celebrare almeno una messa in suffragio”

Il sessantenne di Galbiate era stato trovato morto in casa verosimilmente dopo tre anni la morte Sul posto i carabinieri

Il sessantenne di Galbiate era stato trovato morto in casa verosimilmente dopo tre anni la morte Sul posto i carabinieri

Galbiate, 24 agosto 2025 – È morto da solo ed è stato seppellito da solo, senza nemmeno un ultimo saluto. Subito dopo l’autopsia e una volta ottenuto il via libera dal magistrato incaricato del caso, Angelo è stato immediatamente cremato, senza che venisse neppure celebrato il funerale o una cerimonia privata di commiato. Dopo che il feretro è stato incenerito, l’urna con le ceneri di Angelo Spreafico, il sessantenne di Galbiate trovato morto in casa verosimilmente dopo tre anni la morte, è stata tumulata in una nicchia al cimitero, sempre senza neanche un momento di congedo in forma privata riservato a pochi intimi.

È stato compiuto tutto di nascosto, all’insaputa di tutti, impedendo ad Angelo, Angelone come lo chiamava chi lo conosceva, per il suo fisico robusto e il suo carattere bonario e riservato, di essere accompagnato almeno nell’ultimo viaggio, dopo essere stato abbandonato nell’istante estremo della morte.

"Ho chiesto a chi mi sostituirà di celebrare almeno una messa di suffragio", dice il parroco, don Erasmo Rebecchi, prossimo al trasferimento a Cerro Maggiore e in fase di trasloco, dopo 9 anni di ministero pastorale a Galbiate. Lui non ha potuto celebrare il funerale, come non avrebbe potuto officiarlo nessun altro sacerdote, perché appunto il corpo di Angelo è stato subito cremato dopo l’autopsia e non si può celebrare una messa funebre senza il corpo del defunto.

Probabilmente più avanti, quando si spegneranno i riflettori della cronaca e si saranno calmate le acque, verrà proposta una messa di suffragio appunto, a cui invitare i pochi familiari, qualche amico e gli ex colleghi dell’azienda dove lavorava, ma da cui si era licenziato durante il lockdown da pandemia di Covid perché non voleva vaccinarsi ed era terrorizzato dal contagio.