DANIELE DESALVO
Cronaca

Frana a Dorio, riapre la Provinciale 72: niente rischio crolli

Valsecchi, dirigente del settore strade della Provincia: “Rimosso il grosso sasso, non ci sono pericoli”

Lavori a Dorio per ripristinare la viabilità dopo la recente frana sulla provinciale 72

Dorio, 29 giugno 2023 – La Sp 72 è di nuovo completamente riaperta al transito. Ieri pomeriggio alle 15 in punto è stato ripristinato il doppio senso di circolazione sulla strada provinciale del lago di Como nel breve tratto tra Dorio e Colico dove l’altro giorno è piombato un grosso macigno, che ha trascinato con sé anche terra, vegetazione e altri detriti più piccoli.

“Il masso si è seduto, come si indica in gergo tecnico – spiega l’ingegnere e geologo Fabio Valsecchi, responsabile del settore Viabilità della Provincia di Lecco -. Inizialmente abbiamo provveduto a delimitare la zona e istituire un senso unico alternato, poi ieri lo abbiamo rimosso e abbiamo bonificato l’area. Nei prossimi giorni valuteremo se posizionare eventuali altre protezioni e sistemi di sicurezza, al momento tuttavia la strada è percorribile senza pericoli, perché non abbiamo riscontrato il rischio di ulteriori crolli. Siamo riusciti a fare molto in fretta perché le condizioni lo hanno concesso: si è trattato di un piccolo crollo e il meteo ci ha permesso di svolgere subito i sopralluoghi e i lavori, senza perdere tempo”. L’ennesimo smottamento si è verificato a nemmeno una quindicina di giorni e di chilometri di distanza dalla riapertura sempre della Sp 72 all’altezza di Fiumelatte di Varenna, rimasta chiusa quasi un mese, sempre per una frana, che ha travolto e interrotto sia la rivierasca, sfondato il tetto della volta di una galleria paramassi, sia la linea ferroviaria Lecco–Colico che corre appena più a monte rispetto al piano viario.

“È un territorio così e non ci possiamo fare nulla”, Fabio Valsecchi, che ad aprile ha dovuto fare pure i conti con un dissesto che ha coinvolto e bloccato la Sp 46 della Valbrona a Oliveto Lario, sull’altra sponda del ramo lecchese del lago di Como. Simili crolli non sono infatti prevedibili in alcun modo, si possono solo effettuare interventi nei punti più esposti e ritenuti pericolosi, con reti, barriere, valli e tunnel.