
Negri Odradek è un rocchetto di fili arruffati. Lo chiamano così. Anzi, è proprio lui che vuole essere chiamato Odradek. Di...
NegriOdradek è un rocchetto di fili arruffati. Lo chiamano così. Anzi, è proprio lui che vuole essere chiamato Odradek. Di solito lo si incontrava sulle scale dei vecchi palazzi di Praga, specie se sulle dette scale saliva o scendeva il signor Kafka, uno che ha lavorato molto per la filiale ceca delle Assicurazioni Generali. Eppure Odradek, durante la mia infanzia, di tanto in tanto faceva una visitina in trasferta alle strette scale e ai ballatoi di legno della nostra curt melzese. Udradècc o ‘Dradécc – mi raccomando la pronuncia, con la “c” dolce di ciliegia - era chiamato da queste parti, ne sono abbastanza sicuro, ma pochi ormai sanno che cosa sia stato e a che servisse.
Lui se ne stava appoggiato di solito alla ringhiera, inclinato di qualche grado sul suo asse, con una certa disinvoltura, da rocchetto di mondo. Al fresco sole – doveva essere aprile – i suoi ingarbugliati fili rossi, violetti e bianchi gli brillavano intorno. Non si può dire che il rocchetto avesse un volto o uno sguardo, ma dava in generale l’idea di divertirsi un sacco e che fosse a modo suo anche un tipo ironico. Chissà, forse era lì, e si faceva vedere, per non meglio precisate funzioni di rappresentanza. Ma Odradek doveva sapere molte cose a noi ignote, sapendo anche di non poterle dire tutte quante e fino in fondo perché non le avremmo comunque capite o ci saremmo agitati o spaventati. Così simulava d’essere una cosa pressoché inanimata. Una cosa caduta da un cesto di roba per cucire. Nessuno però, che io ricordi, si prendeva l’intrepida briga di raccoglierlo e rimetterlo nel cesto. Restava lì, sulla ringhiera, a divertirsi un mondo guardando la vita degli altri. Una volta una scheggia di legno del corrimano, a mezza scala, trafisse il mio pollice destro e lui, apparso sulla ringhiera, ne rise a lungo. E di gusto, come possa riderne un rocchetto arruffato. Ma in quel momento passava la ‘Nita, vecchia infermiera miope, che andava a fare un’endovenosa alla vedova del primo piano: la ‘Nita scalciò senza avvedersene Odradek, il quale cadde giù, proprio dritto nella fessura di un tombino di acque perse. Da allora mi illudo di non averlo più visto nei paraggi.