Violenza di genere, Regione Lombardia approva il primo albo dei centri anti-violenza e stanzia 14 milioni di euro

L’albo rafforzerà i vari enti sul territorio: previsti anche un miglioramento dei servizi e interventi di prevenzione al problema

Proteste a Roma per incrementare i centri antiviolenza e la loro capienza

Proteste a Roma per incrementare i centri antiviolenza e la loro capienza

Milano, 20 maggio 2024 – Per contrastare la violenza di genere non solo la società deve attuare un cambio di rotta ma anche le istituzioni devono intervenire per prevenire un problema che macchia la cronaca quotidianamente. 

La Giunta della Regione Lombardia, su proposta dell'assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchina, ha approvato le modalità di utilizzo e i criteri di riparto per il contrasto alla violenza di genere.

Le risorse, che ammontano a 10.741.887 euro contano anche di 3.300.000 euro di cofinanziamento regionale: "L'impegno della nostra Regione per la prevenzione e la presa in carico delle donne vittime di violenza si rinnova oggi con la ripartizione delle risorse alle nostre 27 reti territoriali. Contrastare la violenza di genere - ha dichiarato l'assessore - è una priorità di civiltà".

Le risorse ripartite oggi sono da destinare all'integrazione della programmazione del biennio 2024/2025 finalizzata al sostegno dei Centri antiviolenza e delle case rifugio e all’attuazione di interventi di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.

"Oggi - chiarisce la responsabile alla famiglia - abbiamo anche approvato il primo elenco degli iscritti all'albo dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio. Grazie a ciò, abbiamo definito i requisiti e le procedure di iscrizione, nonché le modalità di gestione dell'albo stesso. L'introduzione di un albo apposito si inserisce nell'ottica di rafforzamento di reti e di organismi di parità che operano a livello territoriale".

Una scelta che consentirà un miglioramento della qualità degli interventi per meglio calibrare la formazione degli operatori e per mettere al centro di ogni azione la donna e i minori.