SIMONA BALLATORE
Cronaca

Donne e lavoro, madri sempre più equilibriste. In Lombardia la situazione migliora ma servono più servizi per l’infanzia

L’indagine di Save the Children sulle regioni più amiche delle mamme: la nostra regione è quarta dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Toscana

Le mamme, equilibriste tra famiglia e lavoro

Le mamme, equilibriste tra famiglia e lavoro

Milano – Migliora complessivamente la condizione delle mamme lombarde, ma c’è un dato che desta preoccupazione e riguarda il lavoro. A stilare un bilancio della maternità in Italia è Save the Children, con il report annuale “Le equilibriste” e le classifiche delle regioni “mother friendly”, elaborate dall’Istat sulla base di diverse fonti del sistema statistico nazionale e 14 indicatori, tra i quali demografia, lavoro, rappresentanza, salute, servizi, soddisfazione soggettiva e violenza.

Il tutto partendo dallo scenario nazionale: nel 2023 si è registrato il minimo storico delle nascite (sotto le 400mila unità, con un calo del 3,6% rispetto all’anno precedente), una lavoratrice su cinque è uscita dal mondo del lavoro dopo aver avuto un figlio e il 72,8% delle convalide delle dimissioni dei neogenitori riguarda ancora le donne.

Anche gli ultimi dati, contenuti nella relazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, sulle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri avevano fatto suonare un campanello d’allarme in Lombardia, confermando il triste primato di regione con il maggior numero di convalide: 15.086 nel 2022 e 12.023 nel 2021. In tutti gli ambiti territoriali prevalgono nettamente le convalide relative alle lavoratrici madri, che rappresentano il 69% di quelle emesse nel Settentrione (67% nel 2021).

Tornando al dossier di Save The Children con Istat, misurando tutti i parametri, la Lombardia guadagna quattro posizioni e si attesta quarta, dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Toscana. Per quanto riguarda l’area della demografia, la regione è all’ottavo posto al pari di Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Guardando però le regioni dove per le madri il mondo del lavoro è più accessibile - e dove il numero di dimissioni o quello delle riduzioni di orario di lavoro non volontarie dopo la nascita di uno o più figli sono più bassi - la Lombardia quest’anno perde tre posizioni e occupa il settimo posto.

E questo è strettamente connesso anche alla presenza di servizi (nidi, scuole a tempo pieno, mense) per conciliare vita-lavoro: anche in questo caso la Lombardia si posiziona ottava, era settima nel report dell’anno scorso. Per quanto riguarda la “soddisfazione soggettiva delle mamme" su lavoro e tempo libero, la Lombardia guadagna una posizione rispetto all’edizione passata, passando dal nono all’ottavo posto.

Sotto la lente anche la “Violenza di genere" con un’attenzione particolare alla prevenzione e al numero di centri antiviolenza: la Lombardia sale di sei posizioni, passando dall’undicesimo al quinto posto. "In Italia si parla molto della crisi delle nascite, ma non si dedica sufficiente attenzione alle condizioni concrete di vita delle mamme, “equilibriste” di oggi, sulle quali grava la quasi totalità del lavoro di cura – sottolinea Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia –. È un Paese nel quale le madri sono ancora troppo in affanno, ancora diviso tra Nord e Sud, con regioni più o meno accoglienti per le donne con figli. Occorre intervenire in modo integrato su più livelli".

Dalla fotografia della situazione ai progetti di Save The Children: tra questi c’è il programma “Fiocchi in Ospedale“ dedicato ai primi mille giorni di vita o il programma Spazio Mamme. A Milano, in particolare, tra le iniziative in corso, l’organizzazione cita “Per Mano QuBì“, in collaborazione con le reti di welfare territoriali, che dà sostegno a futuri genitori e neogenitori in condizione di grave vulnerabilità in 23 quartieri.

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