SIMONA BALLATORE
Cronaca

Nel nome di Sofia. Premi alle tesi di laurea contro la violenza e sportello nel campus

Bicocca apre il bando in memoria della sua studentessa uccisa a luglio "Atenei chiamati i causa: mettiamo a sistema i nostri strumenti". E alla Statale il servizio “Ad alta voce“ sarà operativo da giugno.

Nel nome di Sofia. Premi alle tesi di laurea contro la violenza e sportello nel campus

Nel nome di Sofia. Premi alle tesi di laurea contro la violenza e sportello nel campus

Due premi di laurea in memoria di Sofia Castelli "per stimolare ancora di più chi si sta formando, donne e uomini, ad affrontare il tema della violenza di genere": così l’Università di Milano-Bicocca ricorda la sua studentessa, uccisa il 29 luglio dall’ex fidanzato, Zakaria Atqaoui, condannato a 24 anni di carcere dalla Corte D’Assise di Monza. Sofia avrebbe compiuto 21 anni il 28 maggio, studiava Sociologia.

"Da anni come ateneo lavoriamo sul tema della violenza contro le donne, con centri di ricerca, iniziative dei singoli docenti, attività di formazione curriculare, extracurriculare e rivolte al territorio. Dobbiamo mettere a sistema tutto questo e fare ancora di più. Come università siamo fortemente chiamati in causa", sottolinea Patrizia Steca, professoressa di Psicologia Generale e presidente del Comitato unico di garanzia dell’università, che spiega l’obiettivo del bando appena aperto: "Sono convinta che le tesi premiate contribuiranno in modo importante alla comprensione di questo fenomeno e alla ricerca di soluzioni concrete per contrastarlo". Possono partecipare i laureati dei corsi magistrali (o di corsi di laurea a ciclo unico) degli anni accademici 2021/22 e 2022/23 e chi ha discusso la tesi entro marzo di quest’anno (domande e materiale andranno inoltrati entro il 30 giugno). Intanto si continua a lavorare, aggiungendo tasselli: "Nascerà uno sportello antiviolenza all’interno del campus di Bicocca – annuncia Steca –: nelle prossime settimane uscirà una manifestazione di interesse, ci affideremo a professionisti con grande esperienza per portare il servizio all’interno dell’università". Più vicino agli studenti e alle studentesse, per aiutare a "riconoscere anche le relazioni tossiche prima che sia troppo tardi e quella violenza digitale e psicologica, martellante, che nel caso di Sofia e di Giulia Cecchettin è sfociata nell’epilogo più tragico. Dobbiamo offrire strumenti concreti per intercettare i segnali e coinvolgere maggiormente gli uomini: non è un problema delle donne".

Si interrogano su nuove iniziative e si attrezzano gli atenei: alla Statale di Milano prende forma lo sportello antiviolenza “Ad alta voce“ dopo l’indagine interna su violenze di genere e atti molesti a sfondo sessuale in ateneo. Gli operatori stanno concludendo la formazione con il Policlinico e da giugno il servizio sarà operativo. Da un anno è stato attivato in via sperimentale anche un corso interdisciplinare in “Violenza di genere”, per studiare gli indici di rischio, le manifestazioni della violenza sessuale e domestica, il rapporto tra stereotipi, vittimizzazione secondaria e violenza di genere nel linguaggio dei media, con uno sguardo al diritto costituzionale e penale, oltre che al ruolo del diritto sovranazionale.

Al Politecnico c’è una casella elettronica dedicata (stalkingsos@polimi.it) che raccoglie segnalazioni. La presa in carico è poi eseguita dalla professoressa Licia Sbattella, delegata della rettrice al Supporto psicologico e da altri psicoterapeuti di Polipsi, il servizio gratuito di counseling e di sostegno psicologico e psicoterapeutico rivolto a studenti e studentesse e a dottorandi. Insieme si valuta poi l’attivazione di servizi sul territorio.