
In Lombardia ci sono oltre 40 mila slot machine: è il numero più alto tra le regioni italiane
Milano – La Lombardia è la regione italiana dove il gioco d’azzardo colpisce più persone. Qui si concentra il maggior numero di apparecchi: secondo l’ultima rilevazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sono più di 51.141, cioè una ogni 200 abitanti. Parliamo di 40.757 mila slot machine (da bar o tabacchi) e 10.384 “video lottery terminal”, ovvero macchine più moderne, presenti soprattutto nelle sale dedicate, con grafiche avanzate, puntate e vincite più alte, e la possibilità di accedere a jackpot nazionali perché collegate a una rete centrale. Non solo, la Lombardia detiene il maggior numero di punti vendita per “Giochi numerici a totalizzatore”, “Lotterie” e “Lotto”.
La spesa per gioco d’azzardo
Questi numero enormi si riflettono nell’entità delle giocate. I dati elaborati da Caritas Ambrosiana su fonti del Ministero dell’Economia e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dipingono un quadro preoccupante: nel 2024 nella regione sono stati giocati 24,84 miliardi di euro, con perdite che hanno sfiorato i 4 miliardi. Solo a Milano, le perdite stimate superano i 660 milioni di euro.
Mediamente, è come se ogni lombardo spendesse circa 2.490 euro all’anno nel gioco d’azzardo. L’infrastruttura del gioco capillare, insomma, alimenta un fenomeno in costante crescita: i volumi giocati sono aumentati dell’8,4% rispetto al 2023.
La dipendenza nel sistema sanitario
Dietro questi numeri si nasconde una realtà umana sempre più drammatica. Una relazione regionale del 2024 fotografa un aumento significativo delle persone in cura per “Disturbo da gioco d’azzardo”: nel 2023 sono state 2.638 quelle prese in carico dal Servizio sanitario lombardo, contro le 2.402 dell’anno precedente. Un incremento del 9,8%.
Il profilo degli assistiti rivela la complessità del fenomeno: il 37 per cento sono nuove prese in carico, segno che il disturbo continua a colpire nuove persone. La permanenza media nei servizi è di 18 mesi, mentre le recidive a 6-12 mesi si attestano attorno al 16 per cento, evidenziando la difficoltà nel superare definitivamente la dipendenza.
La Regione ha reagito rafforzando la rete dei servizi pubblici e privati accreditati e avviando percorsi residenziali e semiresidenziali specifici. A fine 2024, la Giunta regionale ha approvato un programma per il contrasto alla dipendenza sarà declinato nel 2025-2026 delle Agenzie di tutela della salute della regione.