Cinque mesi alla ricerca della verità che vada oltre alla certezza che i morti sono stati 14 morti e che indichi chiaramente quali sono le cause e di chi le responsabilità della tragedia della funivia del Mottarone. Quel giorno, domenica 23 maggio del 2021, ci fu un unico sopravvissuto il piccolo Eitan di cinque anni che ora è oggetto di una disputa legale. Un altro aspetto senza risposte e giustizia di questa tragedia.
Le indagini sembra essere bloccate nelle verifiche e sulle questioni tecniche. Da dieci giorni i vigili del fuoco stanno preparando la rimozione del relitto della cabina numero tre, alla cui analisi i periti attribuiscono fin dal primo giorno dopo lo schianto una importanza decisiva. Ieri è stata preparata la base su cui, secondo quanto si e' appreso, dovrebbe essere appoggiata la parte superiore della cabina, sezionata e stabilizzata nei giorni scorsi: questa è' a parte del relitto che più interessa ai tecnici perché è quella direttamente collegata alla "testa fusa", rimasta incastrata nel tronco di un albero vicino.
Dall'approfondimento delle analisi della testa fusa gli esperti si attendono di trovare qualche risposta in più sulle cause della rottura della fune traente. A partire da lunedì ogni giorno potrebbe essere quello buono per l'arrivo dell'elicottero che dovrà sollevare la cabina e portarla dapprima alla stazione dell'Alpino, da dove poi sarà trasferita alla volta di un capannone, sembra scelto tra quelli della protezione civile a Fondotoce. Sarà qui che i periti avranno modo di completare i rilievi per rispondere ai quesiti posti dal gip Elena Ceriotti nell'ambito dell'incidente probatorio, per il termine del quale c'è una data già fissata il 16 dicembre, con l'udienza nella quale il collegio dei periti dovrebbe presentare la propria relazione.
Anche sul fronte più strettamente giudiziario, ancora non c'è la conclusione dell'udienza della corte d'Appello di Torino sul ricorso presentato dalla procuratrice capo di Verbania Olimpia Bossi contro la scarcerazione del gestore della funivia Luigi Nerini e del direttore di esercizio Enrico Perocchio. Sono ormai passate tre settimane e si attende ancora una decisione che potrebbe imprimere una svolta al percorso del processo