Bollettino Covid Lombardia: 9.221 contagi, crescono ricoveri e decessi

+15 in terapia intensiva, incremento di 13 per gli altri ricoveri. I nuovi contagi sono 9.221 su 42mila tamponi: rapporto casi-test sale al 21,8%

Emergenza Covid in Lombardia

Emergenza Covid in Lombardia

Milano, 20 novembre 2020 - Tornano a crescere contagi e ricoveri in Lombardia. Sui 37.242 casi di coronavirus individuati in Italia nelle ultime 24 ore 9.221 (di cui 652 ‘debolmente positivi’ e 115 a seguito di test sierologico) sono relativi alla Lombardia , che ha processato 42.248 tamponi in 24 ore. Sale il rapporto casi-test molecolari, oggi al 21,8%, due punti in più di ieri. A livello nazionale i decessi sono stati 699 in un giorno, in aumento rispetto a ieri. Nella regione più colpita sono state 175 delle vittime in un giorno (dieci in più di ieri), per un totale di 20.190 da inizio pandemia. Proprio il dato dei decessi - ha spiegato il docente di Statistica Giovanni Corrao - sarà però l'ultimo a calare. Per quanto concerne i ricoveri, incremento di 15 nelle terapie intensive, che hanno raggiunto quota 930 pazienti. Dopo la cifra con il segno meno di ieri, tornano a crescere i ricoveri negli altri reparti, anche se in maniera contenuta: sono 13 i nuovi pazienti, nel complesso 8.304. Forte aumento dei guariti/dimessi: 4.985 (in totale  177.832, di cui 7.558 dimessi e 170.274 guariti).

Bollettino Covid Italia venerdì 20 novembre

L'Rt nazionale è 1.18. Gli attualmente positivi in Italia sono 777.176 - con un incremento di 15.505 unità da ieri - di questi, 739.471 si trovano in isolamento domiciliare, 33.957 sono ricoverati con sintomi e 3.748 si trovano in terapia intensiva (+36 rispetto a ieri).  Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 238.077 tamponi.  La Lombardia resta la regione con più positivi, seguita da Campania con 4.226 casi e Piemonte 3.861. Oggi non ci sono regioni sotto i cento casi.

Bollettino Covid Regione Lombardia 20 novembre

La provincia più colpita è sempre quella di Milano: oggi 3.706 casi in Città Metropolitana, 1.547 a Milano città. Seguono Monza e Brianza (986), Como (948) e Varese (922), tutte e tre vicine alla soglia dei mille casi giornalieri. Al quinto posto la provincia di Brescia con 623 casi. Nettamente più staccate le altre province lombarde. Incremento di 390 a Sondrio, di 385 a Pavia. Aumento di 275 a Mantova, di 255 a Lecco e di 249 a Bergamo. Gli aumenti giornalieri più bassi sono a Lodi (+156) e Cremona (+124). 

Emergenza Covid, i dati di venerdì 20 novembre
Emergenza Covid, i dati di venerdì 20 novembre

Ospedale in Fiera: 90 pazienti in un mese

Per fronteggiare l'emergenza Covid in meno di un mese sono 90 i pazienti curati all'Ospedale in Fiera. Lo scorso 23 ottore è stata infatti riaperta la struttura dedicata ai pazienti Covid. In questo periodo 18 pazienti sono stati trasferiti perché migliorati e hanno potuto essere inviati alla riabilitazione, o a reparti a minore intensità di cura, o perché erano cambiate le loro esigenze di cura. Attualmente ci sono 65 posti letto attivati su 5 moduli, con 64 pazienti ricoverati. Il piano di attivazione prevede di raggiungere un totale di circa 80 posti letto nel corso della prossima settimana.

Lombardia zona rossa fino al 3 dicembre

La Lombardia resta zona rossa. Niente accelerazione verso un allentamento delle misure nella regione più colpita. Come stabilito dall'ordinanza del ministro Speranza sono state rinnovate le misure relative a sei Regioni: Lombardia, Calabria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Valle d'Aosta. La nuova ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020.

Dimuniscono le chiamate al 112

Che però qualcosa stia cambiando e che i sacrifici delle ultime settimane stiano iniziando a dare i primi frutti si evince dai numeri del 112.  Come spiegato dall'Areu (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza) negli ultimi giorni in Lombardia si è evidenziata una lieve, ma costante, riduzione del numero delle richieste di soccorso per problematiche respiratorie/infettive. Da domani, sabato 21 novembre, saranno attivi due Cpca, le strutture mobili attivate con lo scopo di ridurre l'afflusso di pazienti in Codice Verde presso i pronto soccorso degli ospedali delle province di Milano, Monza Brianza, Varese, Como, rispetto agli attuali tre.  I due Cpca che rimangono aperti sono quelli di Bresso in via Clerici e quello di Busto Arsizio presso le strutture di Malpensa Fiere, operativo da oggi. Le attività medico-sanitarie sono state effettuate al di fuori dei presidi ospedalieri, a bordo delle ambulanze di soccorso, e non hanno comportato l'utilizzo di risorse aggiuntive rispetto all'organizzazione messa in atto da Areu per l'emergenza Covid. Nel periodo 7-18 novembre sono stati visitati e valutati 797 pazienti. Di questi 314 (39%) sono stati inviati a domicilio. Sono stati invece trasferiti in ospedale della delle province di  Milano, Monza, Varese, Como 63 (8%) pazienti e e trasferiti in ospedali di altre province in 420 (53%). 

La macroarea più colpita

Per quanto concerne la distribuzione dei contagi, la macroarea compresa tra Milano, Monza e Brianza, Varese e Como si conferma il territorio più colpito.  Sebbene ci sia una geografia dell'emergenza piuttosto definita ieri dall'incontro tra Regione e sindaci è emersa la chiara volontà di andare avanti compatti: "Continueremo la battaglia in maniera unitaria" senza fare "richieste di differenziazione territoriale. Anche sulla base degli esami dei dati che confermano come in questo momento l'epidemia in regione sta assumendo un comportamento unitario, cioé i dati delle singole province sono sovrapponibili".  

"Per evitare terza ondata serve strategia di mantenimento"

Non c'è però solo il problema della gestione dell'emergenza sanitaria (e della connessa crisi economica) contingente: fondamentale sarà anche la capacità di affrontare del post-seconda ondata. "Ci si preoccupa delle prossime feste, ma ora abbiamo il dovere di analizzare cosa succederà a Pasqua se questa seconda ondata non verrà soppressa come si deve" ha detto Massimo Galli, direttore delle Malattie Infettive dell'Ospedale Luigi Sacco di  Milano. Per Galli il nodo cruciale è legato non solo alla necessità di fermare l'emergenza ma anche alla capacità di gestire la prossima fase: "Altrimenti è come fare le diete molto concentrate e poi ci si arrabbia se dopo si ingrassa un chilo alla settimana. O si riesce a trovare un mantenimento, almeno fino a quando non arriverà il vaccino, o la terza ondata è scontata". 

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