
La campagna di misurazione della neve sui ghiacciai è iniziata a metà maggio ed è durata un mese
BRESCIA – Ha nevicato ma non abbastanza: la stagione invernale-primaverile 2024-2025 si chiude con un 45% di manto nevoso in meno rispetto all’anno precedente. Lo certificano gli esperti del Centro Regionale Neve e Valanghe della direzione Tecnica Monitoraggi e Prevenzione del Rischio Naturale di Arpa Lombardia, al termine della campagna di misura Swe (Snow Water Equivalent) - l‘equivalente in acqua del manto nevoso - effettuata per quantificare la riserva idrica nivale disponibile sulle montagne lombarde. Le attività realizzate da Arpa con Enel Green Power Italia sono iniziate a metà maggio per concludersi un mese dopo, a cavallo del periodo dell’anno in cui di norma si verifica il massimo accumulo nivale. Il parametro dello Swe è importante per delineare il bilancio idrologico, poiché rappresenta la riserva idrica che ha capacità di rilascio graduale, quando le nevi si sciolgono, ed è al tempo stesso un fattore da monitorare nella catena di controllo e di allertamento idrogeologico.
Di fatto, la stagione invernale e primaverile 2024-2025 ha registrato accumuli inferiori rispetto alla media su tutto l’arco alpino e prealpino lombardo. Con due soli eventi significativi, lo Swe medio ’24-’25 risulta notevolmente inferiore alla stagione precedente del -45%, con picchi del -59% per l’apparato glaciale di Fellaria orientale (provincia di Sondrio). Anche la neve è diminuita: gli spessori del manto variano tra i 1,3 e 4,9 metri sui diversi ghiacciai con una densità media di 516 kg/m3 di riserva idrica del manto nevoso. I valori più elevati di Swe sono stati misurati nella zona dell’alta Valmalenco sull’apparato glaciale del Fellaria Orientale (20 metri di neve cumulata) e dello Scalino (18 metr). Valori compresi tra 10 e 15 metri di neve cumulata sui ghiacciai dell’Adamello, del Dosegù, del Pisgana, del Vioz, dei Vitelli, di Savoretta e di Sobretta.
“Dai dati raccolti – spiegano gli esperti del Centro Regionale Neve e Valanghe – si può confermare che l’ultima stagione è stata caratterizzata da un innevamento inferiore su tutte le montagne lombarde, una condizione dovuta principalmente alle scarse precipitazioni nevose verificatesi in quota. Gli scarsi apporti nevosi hanno determinato un accumulo nivale e una derivante risorsa idrica di gran lunga inferiore rispetto alla stagione precedente, anche se lontano dal minimo storico degli ultimi 15 anni”.