Bollettino Covid: nuova impennata a Milano, 3.706 contagi

1.547 positivi a Milano città. Da inizio anno chiuse per virus 312 sezioni di asili e materne. Quasi mille casi in un giorno anche a Monza, Varese e Como

Galleria di Milano durante il lockdown

Galleria di Milano durante il lockdown

Milano, 20 novembre 2020 - E' sempre Milano la provincia più colpita dalla seconda ondata di Covid-19. Dei 9.221 casi giornalieri in Lombardia (su 42.248 tamponi) oltre un terzo sono relativi alla Città Metropolitana. 3.706 i contagi accertati nelle ultime 24 ore, 1.547 dei quali a Milano città. Ieri in 24 ore, nel Milanese sono stati erano 2.928 i nuovi positivi, di cui 1.134 a Milano città.  Il rapporto casi-tamponi, dopo la flessione dei giorno scorsi, è tornato a salire: 21,8%, due punti percentuali in più di ieri. 

A conferma della "geografia dei contagi" di questa seconda fase pandemica anche oggi - dopo il Milanese - le altre zone più colpite sono Monza e Brianza (986), Como (948) e Varese (922), tutte e tre vicine alla soglia dei mille casi giornalieri. Al quinto posto la provincia di Brescia con 623 casi. Nettamente più staccate le altre province lombarde. Incremento di 390 a Sondrio, di 385 a Pavia. Aumento di 275 a Mantova, di 255 a Lecco e di 249 a Bergamo. Gli aumenti giornalieri più bassi sono a Lodi (+156) e Cremona (+124). La macroarea che comprende Milano, Monza e Brianza, Como e Varese si conferma la più colpita: raccoglie 6.562 casi su 9.221 contagi lombardi. 

Emergenza Covid, i dati di venerdì 20 novembre
Emergenza Covid, i dati di venerdì 20 novembre

Caos vaccini in piazza Duomo

Intanto, dopo ritardi e polemiche per le gare d'acquisto, in Lombardia è ancora caos per le vaccinazioni antinfluenzali, ritenute fondamentali dal mondo sanitario nell'anno dell'emergenza coronavirus.  In occasione dell'apertura della tenda della Protezione Civile e del Comune di Milano in piazza Duomo, numerose persone hanno protestato per l'ennesimo disguido. "Impossibile prenotare al telefono", hanno spiegato alcuni anziani, che si sono così presentati direttamente sul posto. E ancora: "Non possiamo fare avanti e indietro, abbiamo 80 anni". 

Nidi e materne: 312 sezioni chiuse da inizio anno

Sul fronte della scuola, l'assessore all'Educazione e Istruzione del Comune Laura Galimberti, ha reso noto che "sono state 312 le sezioni chiuse dall'inizio dell'anno" nei nidi e negli asili comunali. "Mentre le sezioni che risultano chiuse oggi vediamo che sono 67, erano 96 l'11 novembre, su 1155 totali, con 66 educatrici positive e 41 bambini". Galimberti ha comunicato anche che dall'inizio dell'anno scolastico "ad oggi sono stati 4700 i bambini in isolamento. Con l'aggravarsi della situazione si sono rafforzati anche i dpi per gli educatori: abbiamo introdotto le mascherine FFP2 al posto delle chirurgiche per gli educatori".

In merito alle assunzioni di personale, invece, Galimberti ha spiegato che"il problema è il reperimento dei nuovi assunti. Abbiamo fatto 300 assunzioni prima dell'inizio dell'anno educativo e da allora continuiamo ad assumere. Al 6 novembre erano 99 le sostituzioni per il nido e 94 le sostituzioni per la scuola dell'infanzia. Abbiamo poi fatto due concorsi, uno per il nido e uno per la scuola dell'infanzia con due graduatorie: in quella della scuola dell'infanzia c'erano 57 educatori e in quella dei nidi 580. Sono state già fatte 68 assunzioni nuove, quindi però è stata esaurita la graduatoria dell'infanzia e abbiamo dovuto scorrere 388 posizioni nella graduatoria dei nidi", ha concluso l'assessore. 

Il virus cancella anche la fiera di Sant'Ambrogio

Il virus sta mettendo fortemente sotto pressione il sistema sanitario. E sta anche cambiando abitudini e tradizioni dei milanesi. Basti pensare che - sempre causa Covid - quest'anno non ci sarà la tradizionale fiera di Sant'Ambrogio: il Comune ha infatti deciso di  cancellare l'edizione 2020 degli "Oh Bej Oh Bej", un appuntamento simbolo delle feste milanesi e lombarde. Una decisione attesa e inevitabile, che però dà la portata di quanto Covid-19 abbia cambiato la vita della città. Del resto, proprio la gestione delle imminenti feste di Natale, è il rebus al centro del dibattito politico. A prescindere da come saranno le feste, come sottolineato dallo stesso professor Massimo Galli del Sacco, sarà fondamentale guardare oltre: il vero nodo è trovare una strategia di mantenimento che consenta di evitare una terza ondata, insostenibile dal punto di vista sanitario ed economico. 

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