
A denunciarlo era stata la stessa donna che nell’aprile 2021 si era rivolta ai carabinieri
Ponte Lambro (Como) – Denigrazioni, aggressioni fisiche, telefoni cellulari distrutti, fino a due violenze sessuali quando la ex compagna aveva deciso di lasciarlo. Maltrattamenti e condotte di una tale gravità, che ora sono sfociati in una condanna a 10 anni di reclusione per l’uomo, un trentenne di Ponte Lambro, finito a processo davanti al Tribunale Collegiale di Como.
A denunciarlo a stata la stessa donna, ad aprile 2021, che si era rivolta ai carabinieri, facendo così partire le indagini coordinate dal procuratore capo di Como, Massimo Astori. Oltre ad acquisire le sue dichiarazioni e ad acquisire documentazioni, erano state ascoltate diverse testimonianze, per ricostruire almeno tre anni di convivenza connotata da violenze fisiche e psicologiche, insulti e vessazioni di ogni genere. A far scattare questi atteggiamenti, era soprattutto il consumo di alcol e droga da parte dell’uomo, che la donna era costretta a tollerare.
Vittima delle botte frequenti, arrivando anche a prenderla per il collo e procurandole lividi in tutto il corpo, accompagnate da umiliazioni, denigrazioni e minacce. In tre anni, l’uomo le ha sfasciato dieci telefoni cellulari in preda ad attacchi di rabbia, che non risparmiavano anche altri oggetti di casa, lanciati e spaccati durante le sfuriate scatenate dalla tossicodipendenza. La compagna veniva costantemente controllata, le veniva impedito di uscire con le amiche senza particolari motivi, e controllato il suo telefono cellulare alla ricerca di pretesti per poterla aggredire. Le venivano sottratti i soldi per spenderli in sale giochi o nell’acquisto di stupefacenti.
Tre anni di mortificazioni e violenze, che si erano conclusi con due violenze sessuali, commesse quando la donna stava già cercando di allontanarlo. L’imputato non ha mai reso alcuna dichiarazione, mai fatto sentire la sua voce o reso una versione, nemmeno quando è stato rinviato a giudizio ed è iniziato il processo, a cui non ha presenziato. La vittima ha deciso di costituirsi parte civile fin dall’udienza preliminare, assistita dall’avvocato Olga Camossi: i giudici le hanno assegnato una provvisionale di 50mila euro. Condannando l’uomo a 10 anni di reclusione, uno in più di quanto chiesto dal pubblico ministero d’udienza, Giuseppe Rose.