Massimo Riella estradato: chi è e cosa ha fatto la "primula rossa" dei boschi del Comasco

Il 49enne, protagonista di una rocambolesca evasione, è rientrato in Italia dopo un periodo di detenzione a Podgorica

Massimo Riella

Massimo Riella

Dopo quasi cinque mesi di detenzione in una prigione di Podgorica, la città del Montenegro dove fu arrestato il 12 luglio di quest'anno, torna in Italia Massimo Riella. Il 49enne comasco fu protagonista nel marzo scorso di una rocambolesca evasione, seguita da un periodo di latitanza nei boschi del Comasco. Ora è arrivata l'estradizione e il rientro nel nostro Paese. L'operazione è stata condotta da personale del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, articolazione operativa della Direzione centrale della polizia criminale, al termine di una procedura condotta con il Montenegro. Il volo con il quale l'ex latitante è rientrato in Italia, partito dall'aeroporto di Tirana, è atterrato intorno alle 18 a Fiumicino.

L'indagine

Riella fu arrestato nella repubblica dell'ex Jugoslavia in seguito alle indagini svolte dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria in collaborazione con i carabinieri di Menaggio - la località dove si era rifugiato nel tentativo di sfuggire ai provvedimenti giudiziari pendenti nei suoi confronti per le accuse di furto e rapina aggravati.  

Chi è Massimo Riella

La storia criminale di Riella inizia anni fa, con piccoli furti culminati, nel 2021, nell'arresto per il possesso di un fucile con matricola abrasa; una volta arrestato e posto agli arresti domiciliari, era evaso e aveva rapinato una coppia di anziani, minacciandoli con un coltello: ha sempre negato di essere il responsabile, ma gli inquirenti avevano trovato il suo dna nell'abitazione delle vittime. Sfuggito per settimane all'arresto, rifugiandosi nei boschi attorno al lago di Como, era stato preso e portato nel carcere comasco del Bassone. Il 12 marzo scorso aveva ottenuto un permesso dal carcere per andare a visitare la tomba di sua madre, ma era riuscito a sfuggire agli agenti della scorta, aggredendoli e poi dileguandosi.

L'uomo si era rifugiato nei boschi attorno al lago di Como, zone che evidentemente conosceva bene perché non gli erano nuove per simili imprese, probabilmente aiutato da qualche amico del posto. Le pressanti ricerche degli inquirenti non avevano condotto a nulla: da qui il sospetto che Riella potesse essersi recato all'estero. 

Come è stato acchiappato

Le ricerche, diffuse ovunque attraverso la rete Interpol e tramite un mandato di arresto europeo, si sono spostate al di fuori dell'Italia: finalmente, ai primi di luglio 2022, la polizia penitenziaria di Milano delegata alle indagini, grazie a intercettazioni telefoniche e al supporto della autorità montenegrine, ha identificato con precisione il rifugio di Riella: un appartamento alla periferia di Podgorica, dove il ricercato è stato arrestato nella mattinata del 12 luglio e lì incarcerato, in attesa di estradizione. Pochi giorni fa il 49enne è stato consegnato alle autorità albanesi, d'accordo con quelle italiana, per farlo arrivare a Roma nel più breve tempo possibile, attraverso un volo partito dall'aeroporto di Tirana. Ora lo attende un lungo periodo di detenzione: non nel carcere di Como, però, dove è "bandito" in seguito all'evasione e a un precedente tentativo di scappare, con tanto di arrampicata sul tetto.