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Como: iguana nel salotto di una casa privata, scattano confisca e multa da 40mila euro

Il “proprietario” dell’animale non ha saputo fornire certificati che smentissero i sospetti di una provenienza illecita. Il rettile è stato trasferito in una struttura gestita dai carabinieri del reparto Biodiversità

Un iguana: la specie è tutelata dalla convenzione di Washington sugli animali a rischio estinzione

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Como, 28 luglio 2025 – Quell’animale nel salotto di una casa privata non ci poteva stare. Non per le condizioni in cui era tenuto – non è questa la contestazione – ma per il dubbio che il suo arrivo in Italia non fosse stato del tutto lecito.

Il Tribunale di Como ha confiscato un iguana e inflitto 40mila euro di ammenda al suo “proprietario”, accusato di aver detenuto illecitamente l’esemplare di una specie tutelata dalla convenzione di Washington, l'accordo internazionale che regola il commercio di specie di fauna e flora minacciate dall'eccessivo sfruttamento, e tenuto in assenza di prove in grado di comprovarne l'origine lecita.

L’animale

Un metro e venti di squame color smeraldo, le dita uncinate, l'iguana – dopo la confisca – è stato trasferito dal salotto di casa del cittadino comasco alla sede del reparto carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina a Ravenna che già ospita fauna sottoposta a sequestro e confisca.

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L'indagine sull'iguana è partita da una segnalazione arrivata ai militari del nucleo carabinieri Cites di Ponte Chiasso (Como) sulla presenza del rettile nell'abitazione di un cittadino privato. Le verifiche hanno poi fatto emergere che non risultavano agli atti registrazioni, marcature conformi e attestazioni di nascita in cattività riconosciute.

I carabinieri spiegano che "senza certificati validi, un esemplare può essere considerato di origine sospetta: prelevato in natura, importato clandestinamente o movimentato fuori dai canali autorizzati. L'onere di comprovare la liceità dell'acquisizione ricade sul detentore. Quando la prova manca, scattano sequestro, confisca e sanzioni che possono arrivare ad ammende pesanti e a responsabilità penali".