PAOLA PIOPPI
Cronaca

Asso, l’omicidio in caserma: "Verifiche su tre medici"

A disporre la trasmissione degli atti, chiedendo che venissero processati, è stato il giudice del Tribunale Militare di Verona...

È la sera del 27 ottobre 2022: il brigadiere Antonio Milia pistola in pugno si è barricato nella caserma di Asso dopo aver ucciso il suo superiore Doriano Furcieri

È la sera del 27 ottobre 2022: il brigadiere Antonio Milia pistola in pugno si è barricato nella caserma di Asso dopo aver ucciso il suo superiore Doriano Furcieri

A disporre la trasmissione degli atti, chiedendo che venissero processati, è stato il giudice del Tribunale Militare di Verona che ha scritto la sentenza di primo grado su Antonio Milia. Accusato dell’omicidio del suo superiore, il comandante della stazione dei carabinieri di Asso, Doriano Furcieri, avvenuto la sera del 27 ottobre 2022, e del ferimento con un colpo di pistola di un militare dei Gis quella stessa notte, il brigadiere Milia, 59 anni, difeso dall’avvocato Roberto Melchiorre, nel luglio scorso è stato assolto per vizio di mente dall’accusa di omicidio volontario del suo superiore, che il codice penale militare definisce "Insubordinazione con violenza pluriaggravata". Tuttavia la sentenza sottolineava l’esigenza di "un doveroso approfondimento investigativo in ordine alla posizione dei medici militari che hanno interagito con Milia nel periodo successivo al ricovero, fino al riconoscimento della sua idoneità incondizionata al servizio del 18 ottobre", trasmettendo gli atti alla Procura. Il fascicolo con la posizione dei tre medici è stato inviato a Como con l’ipotesi di omicidio colposo e assegnato al sostituto procuratore Michele Pecoraro. Secondo il giudice, la valutazione della commissione, nel momento in cui aveva dichiarato il brigadiere abile al servizio e lo aveva reintegrato, dopo un periodo di cura per disturbi psichiatrici, "si trova in netto contrasto anche con quanto affermato dai colleghi di Milia, che lo conoscevano, e che hanno detto di essere rimasti sbalorditi nell’apprendere che gli era stata riconosciuta l’idoneità", lo stesso imputato aveva detto ai colleghi che "non se lo aspettava". Ora per Milia è in corso il processo di Appello, dall’esito dipenderà la prosecuzione delle indagini per i medici.

Paola Pioppi