L’allevatore faccia a faccia con tre lupi: “Non so come ho fatto a salvarmi”

Tremezzina, Raffaele Castellazzi è stato circondato dal branco, poi l’assalto: "Erano molto aggressivi, sono stato fortunato”

Raffaele Castellazzi, allevatore di Tremezzina aggredito da tre lupi

Raffaele Castellazzi, allevatore di Tremezzina aggredito da tre lupi

Tremezzina (Como) – Solo adesso che l’adrenalina è passata Raffaele Castellazzi, giovane allevatore di Tremezzina in provincia di Como, è riuscito a realizzare che l’altra sera è stato molto fortunato a scampare alla furia di tre lupi che l’hanno aggredito all’Alpe di Ossuccio, dov’era salito a controllare il suo gregge. "Tutto è accaduto in un attimo, ero da solo e a mani nude - racconta - sono stato molto fortunato a essere qui a parlarne. Lunedì sera sono salito in quota dopo essermi accorto che tra sabato e domenica erano sparite quindici capre. Negli ultimi mesi sulle nostre montagne e in Valtellina gli attacchi dei lupi non si contano più, ma una cosa è sentirne parlare e un’altra trovarseli faccia a faccia".

Nel caso di Raffaele l’incontro è stato ben più che ravvicinato: i tre animali hanno iniziato a girargli attorno e uno gli è balzato addosso sferrando un morso che per fortuna gli ha lacerato solo la camicia. "A me sono sembrati tre lupi, poi se erano di razza pura o un qualche incrocio non posso dirlo, di certo erano molto aggressivi e me li sono trovati praticamente addosso mentre cercavo di capire che fine avevano fatto quindici delle mie ottanta capre che tuttora mancano all’appello. Non so neppure io come ho fatto a difendermi, il lupo che mi è saltato addosso ha cercato di mordermi ma per fortuna sono riuscito a spostarmi, anche se ho rimediato una ferita di striscio al braccio e a una gamba che adesso si sono anche gonfiate. Di sicuro poteva finire molto peggio, sono stato molto fortunato".

L’incursione sull’Alpe di Ossuccio non è stata un episodio isolato. "Qui vicino a Livo l’altra sera hanno sbranato sette capre e un asino - prosegue l’allevatore comasco - non posso dire se è stato lo stesso branco che ha tentato di aggredirmi, di sicuro in queste condizioni non possiamo più andare avanti. Ci sentiamo sotto assedio: delle mie 80 capre ne sono sparite già 15 e per questo ho deciso di riportare il gregge a valle. In quota ci sono 15 mucche che ho portato in alpeggio nei giorni scorsi, ma ho paura anche per loro".

Non nasconde la sua rabbia il presidente di Coldiretti Como-Lecco, Fortunato Trezzi, che chiede a Regione e Stato di intervenire. "Non è più rinviabile il piano nazionale per la gestione delle specie selvatiche. Quella nelle province di Como e Lecco è una situazione completamente fuori controllo - spiega -. È ora necessario proteggere i cittadini ma anche salvare gli animali: abbiamo un numero sempre crescente di capi di bestiame sbranati in Alta Lombardia, con la stagione dell’alpeggio ancora all’inizio. Temiamo che il quadro possa solo peggiorare, purtroppo. Anche nelle nostre zone, la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi in alpeggio che rischia di portare all’abbandono della montagna".

Il lupo è tornato a far paura non solo sulle montagne dell’Alto Lago, nella vicina Val Bregaglia a Villa di Chiavenna l’altro giorno sono state rinvenute le carcasse di sette capre e altre sette risultano disperse. A Piatta in alta Valtellina una capretta è stata uccisa e due capi sono stati feriti nei prati a valle del paese, a non troppa distanza dalle case. E insieme agli attacchi, o presunti tali, si moltiplicano le petizioni per chiedere interventi di contenimento. In Valchiavenna sono già state raccolte 3.800 firme e in Valtellina il prossimo fine settimana si punta a superare le 2.000. Il lupo insomma è tollerato solo nelle favole, anche lì nel ruolo di antagonista.