NICOLA PALMA
Cronaca

Chat sessista alla Bocconi, gli studenti: “Solo un gioco”. Ma il Tar tira diritto: “Giusto rinviare i diplomi”

I magistrati amministrativi bocciano anche il secondo ricorso presentato da uno degli studenti del Loggione: “Tutti i ragazzi hanno condiviso l’intento denigratorio e nessuno si è dissociato”

Il campus della Bocconi visto dall’alto

Il campus della Bocconi visto dall’alto

Milano, 6 luglio 2025 – Seconda causa. Seconda bocciatura. In tre giorni, il Tar ha emesso un paio di sentenze-fotocopia per respingere i ricorsi di due dei quattro studenti della Bocconi puniti per aver insultato una compagna di corso nella chat Instagram “Il Loggione”.

Del primo verdetto abbiamo già dato conto su queste pagine: sì dei giudici al differimento di un anno della consegna del diploma di master (dal 13 dicembre 2024 al 12 dicembre 2025), con esclusione dalla cerimonia ufficiale e segnalazione alla commissione di tenere conto del comportamento incompatibile con il regolamento d’ateneo. Nelle ultime ore, è arrivato anche il secondo giudizio, identico a quello precedente: il collegio presieduto da Daniele Dongiovanni ha dato torto al venticinquenne e ragione al polo accademico di via Sarfatti, rappresentato dagli avvocati Marco Giustiniani, Antonello Frasca e Alessandro Paccione.

La contestazione della Commissione disciplinare, poi ratificata dal Consiglio accademico, è sempre la stessa: commenti sessisti e discriminatori nei confronti di un’altra studentessa, che li ha letti a posteriori dopo essere stata inserita nel gruppo social dagli stessi universitari (convinti che lei non potesse leggere i messaggi postati prima del suo ingresso).

Dalle motivazioni del Tar, si scopre che il giovane bocconiano ha ammesso in audizione “che il clima goliardico instauratosi nella chat li ha spinti ‘fuori dalle righe’ “, aggiungendo “di prendere le distanze dai commenti che ha scritto”. E ancora: l’allievo ha sostenuto “che l’intento non fosse di offendere direttamente la compagna” e che, “una volta accortisi dell’errore, lui e i compagni avevano provveduto a rimuovere la ragazza dalla chat”. I suoi legali hanno bollato la valutazione degli organismi interni della Bocconi come “frettolosa e parziale”, basata “su fatti e circostanze non veritiere”.

Una linea totalmente sconfessata dal Tar, che per la seconda volta in tre giorni ha ritenuto corretto l’operato dell’università: “La semplice lettura dei messaggi nella chat – riflettono i giudici – dimostra che tutti i componenti hanno partecipato al dibattito, hanno espresso consenso a invitare la collega nella chat, hanno condiviso la finalità denigratoria di detto invito e nessuno si è dissociato dall’iniziativa”.

Fatta questa premessa, ha chiosato il Tribunale, “il contenuto dei messaggi e la finalità di invitare la compagna nella chat non possono in alcun modo essere derubricati a goliardia tra colleghi, ma, al di là della volontà di fare uno ‘scherzo’, i fatti sono senz’altro sufficienti a rendere logica e proporzionale la scelta della sanzione applicata".