B.RAS.
Cronaca

Greta e Umberto uccisi da un motoscafo sul lago di Garda, condanne definitive per i tedeschi

Per l’accusa, quella sera, i due manager di Monaco tornavano ubriachi a Salò e sfrecciavano superando il limite di velocità di quasi 4 volte. Le due vittime erano ferme sul loro gozzo in legno a guardare le stelle

Greta Nedrotti e Umberto Garzarella morti nel lago

Greta Nedrotti e Umberto Garzarella morti nel lago

Brescia, 8 maggio 2025 – La Cassazione ha confermato le condanne inflitte a Christian Teismann (2 anni e 11 mesi) e Patrick Kassen (4 anni e 6 mesi), i due manager di Monaco di Baviera che la sera del 19 giugno ‘21 sul Garda a bordo del potente Acquarama del primo falciarono e uccisero i fidanzati Umberto Garzarella a Greta Nedrotti, 37 e 25 anni, fermi nel golfo di Salò sul loro gozzo in legno a guardare le stelle.

I giudici romani hanno rigettato il ricorso delle difese dei tedeschi, gli avvocati Guido Sola e Massimo Bonvicini, accogliendo solo la parte relativa alla confisca del motoscafo Riva, di cui se ne riparlerà in un nuovo processo d’appello. L’annullamento della confisca del motoscafo era stato del resto chiesto anche dal procuratore generale, che aveva dato un peso alla resipiscenza mostrata dagli imputati e riteneva mancasse un collegamento stabile con il reato.

In aula non erano presenti i manager ma i genitori delle vittime: i genitori e le zie di Greta con il padre, la sorella e il cognato di Umberto. Quando la discussione i difensori dei tedeschi hanno sostenuto il concorso di colpa di Umberto, a che a loro dire non avrebbe dovuto fermare la barca in mezzo al lago - una tesi già smentita dalle sentenze di primo e di secondo grado giacché aveva le luci accese - i familiari hanno lasciato l’udienza.

Per l’accusa Teismann e Kassen quella sera dopo cena tornavano ubriachi a Salò - ai comandi del Riva c’era Kassen, che è stato per un anno e mezzo ai domiciliari - e sfrecciavano superando il limite di velocità di quasi 4 volte. Per le difese invece non c’è prova delle contestazioni mosse , né che il gozzo di Umberto fosse illuminato. Il terribile incidente aveva scosso profondamente l’opinione pubblica e aveva portato all’introduzione di una nuova fattispecie penale: quella dell’omicidio nautico, equiparato all’omicidio stradale.