
Provaglio d’Iseo, omicidio di Roberto Cominelli (nel riquadro): cinque nuovi iscritti a registro sono accusati di concorso morale in omicidio
Provaglio d’Iseo (Brescia) – Non solo Matias Pascual, il barista diciannovenne italoargentino di Prevalle, in carcere a Bergamo da Capodanno per l’omicidio di Roberto Comelli. Altri ragazzi sono indagati per l’omicidio del quarantaduenne ammazzato la notte del Primo gennaio con una coltellata al cuore mentre tentava di entrare, non voluto, a una festa privata nella sala del Centro anziani.
Sono cinque giovani che erano presenti al veglione– due diciassettenni, uno di 19 anni e due di venti – accusati di concorso morale nell’omicidio. L’ipotesi della pm Laura Matrone, tuttora al vaglio perché l’inchiesta continua, è che non solo Pascual ma appunto anche altri abbiano avuto un ruolo in quell’epilogo tragico. Un ruolo che tutti, sentiti dal magistrato, negano, ma che è in corso di definizione. Qualche elemento in più potrebbe arrivare dall’analisi delle tracce biologiche riscontrate sui reperti sequestrati sulla scena del crimine – dal coltello da panettone usato per uccidere agli abiti degli indagati, passando per una formazione pilifera recuperata accanto alla vittima – dal Ris di Parma, al lavoro dal 16 maggio. Pascual, ora assistito dall’avvocato Giacomo Nodari, si era consegnato ai carabinieri il pomeriggio del primo gennaio, a suo dire dopo avere appreso della morte di Comelli.
“L’ho colpito perché ci faceva paura, ci minacciava – aveva spiegato al gip – ma non volevo ucciderlo”. A lui i militari erano arrivati subito sentendo i partecipanti alla festa, un’ottantina di ventenni – ma anche minorenni – da tutta la provincia. L’incontro-scontro tra Pascual e Comelli – precedenti per droga, problemi di abuso di alcol e attitudine a diventare molesto se in stato di alterazione, e le indagini hanno accertato che quella notte era ubriaco e sotto effetto di coca – aveva già avuto un primo round la sera del 31 dicembre.
L’uomo si era presentato alla festa affollata dai ragazzi. Era stato respinto e ferito da un pugno, senza serie conseguenze. Era stato proprio l’omicida in quel frangente a intervenire per placare gli animi, già pronti a sfiorare la rissa, offrendogli da bere. Dopo essersi allontanato, Comelli è tornato alla carica alle 4 del mattino, ancora più ubriaco, quando anche i partecipanti alla festa erano ormai annebbiati dalll’alcol. Chiese di entrare dicendo che al party c’era il figlio, o il nipote. Urlava: “Vi ammazzo tutti”. Sedie e tavoli all’esterno del Centro volavano in aria. Partirono strattoni e minacce. La lite degenerò. Un gruppetto di giovani seguì Comelli che tentava di spostarsi.
Dopo un primo testa a testa, Pascual ha recuperato il coltello dei dolci natalizi e lo ha piantato nel petto della vittima. Un tragico finale di nottata di cui non solo lui potrebbe essere chiamato a rispondere.