Strage di piazza della Loggia, Marco Toffaloni a processo dopo 50 anni: ecco perché verrà giudicato dal tribunale dei minori

È accusato di essere l’uomo che ha piazzato la bomba che il 28 maggio 1974 esplose uccidendo 8 persone e ferendone oltre un centinaio

La strage di piazza della Loggia e, a destra, il giovane riconosciuto come Marco Toffaloni

La strage di piazza della Loggia e, a destra, il giovane riconosciuto come Marco Toffaloni

Ritenuto uno degli esecutori materiali della strage di piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974 a Brescia, Marco Toffaloni è stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari del tribunale. L’accusa è di concorso in strage.

Sono passati quasi cinquant’anni da quando, la mattina di quel 28 maggio, un ordigno esplose durante un comizio antifascista, uccidendo 8 persone e ferendone oltre un centinaio. L’attentato è stato messo in atto da estremisti di destra, ma rimane ancora controverso e oggetto di indagini non risolte.

Toffaloni, che all’epoca dei fatti aveva 16 anni, viene oggi giudicato dal tribunale dei minori e il processo inizierà il prossimo 30 maggio, cioè a due giorni dal cinquantesimo anniversario della tragedia. Si tratta del terzo rinvio a giudizio nell’arco di un anno per Toffaloni in quanto i primi due provvedimenti sono stati annullati, per difetto di elezione di domicilio in un caso e per mancato contraddittorio nel secondo caso.

Il reato è di concorso in strage “in concorso con altre persone tra le quali Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte giudicati separatamente e condannati all'ergastolo nonché con Roberto Zorzi, nei cui confronti si procede separatamente, allo scopo di attentare alla sicurezza interna dello Stato”. Per la Procura, appartenevano tutti “all’organizzazione eversiva Ordine nuovo, che aveva promosso l'attentato nell'ambito della pianificazione di una serie di azioni terroristiche, nel corso di una manifestazione a Brescia”.

In particolare Toffaloni, recita il capo di imputazione, avrebbe collocato materialmente “l’ordigno esplosivo destinato all'attentato in un cestino porta rifiuti aderente ad una colonna dei portici delimitanti la piazza e nel provocarne l'esplosione, cagionava una strage da cui, per effetto della violenza e dello scoppio delle schegge del cestino e di altri materiali derivava la morte di otto persone e il ferimento di 102 persone”.