Processo strage di piazza della Loggia: chiamati a deporre ultranovantenni e un centenario. Chi sono

Si aprirà giovedì 29 febbraio il dibattimento: imputato è l’estremista di destra veronese Roberto Zorzi, accusato di essere uno degli esecutori materiali

Una foto scattata qualche minuto dopo l'esplosione della bomba (Archivio)

Una foto scattata qualche minuto dopo l'esplosione della bomba (Archivio)

Brescia, 27 febbraio 2024 – Nei libri di storia e nella cronaca è, ancora, un eccidio senza colpevoli. Alla lunghissima (e, per gran parte, infruttuosa) vicenda giudiziaria riguardante la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 sta per aggiungersi un nuovo capitolo. Il 29 febbraio, infatti, si aprirà il processo a Roberto Zorzi, l’estremista di destra veronese, oggi cittadino americano, accusato di essere uno degli esecutori materiali dell’attentato.

Invecchiano i presunti colpevoli, invecchiano (e in molti casi cedono all’avanzare dell’età) anche i testimoni. Molte delle persone che erano in piazza quel 28 maggio 1974, infatti, oggi sono nella quarta età, quando non sono deceduti. La giustizia, però, non vuole rinunciare a capire se qualcuno, nonostante il mezzo secolo passato dall’esplosione, abbia qualcosa d’interessante da dire al fine di provare a ristabilire almeno un pezzo di verità. E lo stesso, legittimamente, vogliono fare i difensori dell’imputato, sulla cui innocenza hanno sempre giurato.

La lista testi

Scorrendo le liste dei testimoni depositate da Procura, parti civili e difesa, visionate dall'AGI, in vista dell'inizio del processo a Zorzi, emerge che molti di loro hanno tra i 90 e i 100 anni. L'elenco degli avvocati Stefano Casali ed Edoardo Lana, difensori dell'allora giovane ordinovista, ora cittadino americano, consta di ben 113 persone. Spetterà ovviamente alla Corte d'Assise di Brescia decidere se eventualmente sfoltirlo ma nel frattempo questi nomi messi uno in fila all'altro restituiscono i connotati di un'altra epoca.

Il più anziano a essere chiamato è Giovanni Majorana, bresciano, 101 anni. Gli viene chiesto di deporre sul "presunto covo di 'Anno Zero' (l’organizzazione di cui Zorzi faceva parte in gioventù), vicolo cieco posto in via Aleardi dove Silvio Ferrari, un ventenne allora militante di destra, e Ombretta Giacomazzi si sarebbero incontrati coi militari dei carabinieri per scopi illeciti".

Il 97enne Antonio Barbato, carabiniere a Verona, viene citato sugli "eventuali accessi di Ferrari e Giacomazzi nel 1974 presso il Comando militare".

Militari e Deep State

Il 92enne Lucio Inneco, generale di corpo d'armata, ufficiale dell'esercito con l'incarico di capo ufficio della Ftase, ovvero la Nato, a Palazzo Carli a Verona, viene chiamato su uno dei capitoli più suggestivi della vicenda, quella sul cosiddetto “Deep State”, come lo definiscono gli inquirenti.

Stesso ruolo in veste di testimone avrebbe con l'ok dei giudici l'allora carabiniere Domenico Pisani, classe 1933.