Imprenditore scomparso a Marcheno: forni sequestrati e la pista dell'omicidio

Brescia, tornano i Ris. L’azienda setacciata anche coi cani molecolari. Forti contrasti sarebbero nati tra i fratelli per l’idea di Adelio di aprire un’attività autonoma di Beatrice Raspa e Gabriele Moroni

Adelio Bozzoli, fratello dello scomparso Mario a Marcheno

Adelio Bozzoli, fratello dello scomparso Mario a Marcheno

Marcheno, 14 ottobre 2015 - Sequestrato lo stabilimento del mistero su ordine della Procura. E ieri notte sono tornati i Ris dopo che questi avevano lasciato la scena domenica sera. Per il giallo di Marcheno si cerca sempre più un corpo. Anche se il fascicolo è stato aperto con l’ipotesi di sequestro di persona solo allo scopo di «sostenere» l’inchiesta e le azioni derivate. E’ la parola «omicidio» ad aleggiare sempre più sinistramente: dov’è l’imprenditore Mario Bozzoli, scomparso da giovedì sera? Arso in uno dei forni della sua azienda per la fabbricazione di lingotti d’ottone? Qualcosa di terribile potrebbe essere nascosto in uno dei trecento sacchi che raccolgono gli scarti di lavorazione. Oppure quel colosso alto un metro e 90, con una stazza di novanta chili, è stato abbandonato in uno dei mille anfratti sui monti della Valle Vandeno.

Le indagini si focalizzano sull’azienda di via Gitti: gli esperti chiamati da Parma hanno in corso verifiche urgenti, importanti, forse decisive. Un mistero a cui potrebbe corrispondere, in modo speculare, quello di un’auto chiara che ha lasciato lo stabilimento subito dopo le 19.15 di giovedì (Bozzoli aveva appena telefonato alla moglie, «Mi cambio e arrivo») per rientrarvi solo una decina di minuti dopo.

Anche l’avvocato Patrizia Scalvi (nella foto a destra con il consulente Zeno Di Battisti), che assiste la moglie di Bozzoli, Irene e i figli Giuseppe e Claudio, aveva chiesto alla Procura di Brescia il sequestro dello stabilimento e lo spegnimento dei due forni cheL'avvocato Patrizia Scalvi con il consulente Zeno Di Battisti da sabato lavorano a temperatura ridotta (il terzo non è in attività). Secondo il legale, la chiave dell’enigma potrebbe essere nascosta in un angolo dell’imponente sito produttivo condotto da Bozzoli e dal fratello Adelio, distribuito su un’area di circa 3mila metri quadrati, di cui 1.800 coperti, pilastri in pietra di Botticino all’ingresso, muri perimetrali in marmo. L’avvocato Scalvi ha nominato come consulente Zeno De Battisti, dell’istituto di Medicina legale di Verona, e si appresta a scegliere anche un genetista.

Lavoro e famiglia sono gli ambiti dell’indagine. Lavoro e famiglia che nei centri della raccolta, operosa Valtrompia sono spesso un binomio inscindibile. Un’azienda solida, quella dei Bozzoli, fondata dal padre di Mario e Adelio, 40 milioni di euro di fatturato annuo, una ventina di esposizione. Di recente, secondo alcune voci, forti contrasti sarebbero nati fra i fratelli, legati alla idea di Adelio di affrancarsi dalla società per aprire un’attività autonoma.

Adelio Bozzoli è rimasto all’interno dello stabilimento per l’intera giornata di ieri. Lo stesso aveva fatto lunedì; nella mattinata lo aveva affiancato il figlio Giacomo, che non abita a Marcheno mentre l’altro figlio, Alex, è impiegato nella fonderia e vive nell’area della ditta con la compagna. Poco prima delle 14.30 Adelio Bozzoli è apparso nel grande cortile. Il volto segnato dallo sgomento e dalla tensione, si è sciolto in un lungo pianto. Meno di due ore dopo si sono materializzati l’avvocato Scalvi con la moglie dello scomparso e il figlio Giuseppe. 

Le ricerche sono proseguite su due piani e sarà così anche oggi. All’interno della Bozzoli hanno operato i vigili del fuoco. Coordinati dai carabinieri e con l’aiuto delle maestranze, utilizzando ruspe e altri mezzi della ditta, hanno rimosso cataste di materiale. Nei giorni scorsi erano stati controllati tutti i tombini e svuotate le fosse biologiche. Attorno alle 13 sono arrivati due cani «molecolari» del comando carabinieri di Firenze. I militari hanno prelevato nell’abitazione dello scomparso alcuni indumenti che sono stati fatti annusare ai cani.

All’esterno sono state impiegate cinque squadre, composta ciascuna da una decina di uomini, Protezione civile con unità cinofile, Corpo forestale, vigili del fuoco, Soccorso alpino. Hanno perlustrato una zona di circa 50 ettari di territorio (dopo i 240 già passati al setaccio) a sud di Marcheno fino ai confini con Gardone. Alcune persone sono state interrogate al comando di Compagnia di Gardone.