"Mi cambio e arrivo": sparito in azienda. Ris in campo per trovare l’imprenditore

Giallo a Marcheno, la sua auto sul piazzale della fabbrica, abiti nell’armadietto di Beatrice Raspa

la moglie dell’imprenditore accanto  al fratello di Bozzoli, contitolare della fonderia A lato rilievi degli investigatori

la moglie dell’imprenditore accanto al fratello di Bozzoli, contitolare della fonderia A lato rilievi degli investigatori

Marcheno, 11 ottobre 2015 - Dov'è finito Mario Bozzoli? È un mistero la scomparsa dell’imprenditore cinquantenne di Marcheno, piccolo centro in Valtrompia, provincia di Brescia, di cui non si hanno notizie da giovedì sera. Un mistero che, minuto dopo minuto, si carica di apprensione crescente e di brutti presentimenti. Co-titolare con il fratello dell’azienda di famiglia, la fonderia-raffineria Bozzoli, l’industriale è sparito nel nulla l’8 ottobre. Alle 19,15 smontando dal lavoro ha telefonato dalla fabbrica alla moglie: «Mi cambio e arrivo». A casa però il cinquantenne non ci è mai arrivato. Da quel momento il suo cellulare risulta muto, incapace di emettere segnali, come se fosse andato distrutto. La sua auto è regolarmente parcheggiata nel posteggio dello stabilimento. Le chiavi sono nell’armadietto insieme ai vestiti. Alcuni dipendenti hanno riferito di averlo visto lasciare in serata il capannone per recarsi nello spogliatoio dove ci sono le docce. Solo che in quella parte di azienda il cinquantenne giovedì sera non ha messo piede. Le telecamere interne infatti non riprendono il suo arrivo.

Che cosa è successo a Bozzoli in quella manciata di secondi, lungo quel tragitto di non più di duecento metri che separano il cuore produttivo della fonderia dallo spogliatoio? Anche gli occhi elettronici che sorvegliano il perimetro della fabbrica – sebbene a quanto risulta la copertura non sia totale – non hanno registrato la sua uscita.

Da venerdì mattina, cioè da quando la moglie dell’uomo dopo una notte di assenza da casa del consorte ne ha denunciato la scomparsa, il circondario dello stabilimento in via Gitti è sotto la lente d’ingrandimento di forze dell’ordine e cercatori di persone. Anche ieri almeno in trenta hanno scandagliato a fondo la zona. Vigili del fuoco, in forza con la squadra sommozzatori, protezione civile, carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia, cani molecolari, un esercito che ha perlustrato centimetro per centimetro i dintorni finché è calato il buio. Si sono spinti fino a Gardone e Brozzo, fiume Mella compreso, ma senza esito.

Gli investigatori, coordinati dal pm Alberto Rossi, stanno scavando nella vita privata e professionale dell’imprenditore, sposato e con due figli, in cerca di indizi utili, ma al momento non è stato trovato alcun elemento in grado di offrire spunti per risolvere il mistero. Stanno vagliando e incrociando i tabulati telefonici delle persone vicine al cinquantenne - uomo massiccio, abituato a sporcarsi le mani tra i suoi metalli - e hanno già ascoltato i parenti dell’uomo, il fratello, la compagna, i figli. In queste ore i militari stanno sentendo pure i dipendenti, ma non sembrano essere emerse ombre da approfondire. Non problemi economici – l’azienda era solida – né stati depressivi che possano in qualche modo giustificare un allontanamento volontario dell’industriale. Che cosa è successo allora a Bozzoli?

di Beatrice Raspa