REDAZIONE BRESCIA

La mancata bonifica della Caffaro attesa da vent’anni scatena la rabbia degli ambientalisti bresciani: “Vogliamo giustizia in nome del popolo inquinato”

In corteo per le vie del centro fra slogan e richieste d’intervento: “Ci sono undicimila persone esposte a diossina e ad altre sostanze tossiche rilasciate nel terreno”. L’azienda è stata operativa per oltre 50 anni

La protesta delle associazioni ambientaliste (e non solo) in centro a Brescia

La protesta delle associazioni ambientaliste (e non solo) in centro a Brescia

Brescia, 12 marzo 2025 – "Vent'anni di stallo" per la bonifica della Caffaro di Brescia (dopo l'istituzione del Sito di interesse nazionale nel 2003, ndr) l'azienda che ha inquinato il territorio dall'inizio del 1930 al 1984 nella produzione di vari composti derivati dal cloro e che hanno sversato policlorobifenili nei terreni e nelle acque. Finalmente avviato il progetto di bonifica/messa in sicurezza del sito industriale, "attualmente risultano bonificati appena l'1,9% dei 262 ettari di suolo (le aree pubbliche) e lo 0% dei 2.109 ettari di acque sotterranee". Il punto è stato fatto stamane nella quinta tappa della campagna nazionale promossa da diverse associazioni bresciane come Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica, Legambiente e Libera. “Ecogiustizia subito: in nome del popolo inquinato". 

L'azienda ha inquinato il territorio dall'inizio del 1930 al 1984 nella produzione di vari composti derivati dal cloro e che hanno sversato policlorobifenili nei terreni e nelle acque
L'azienda ha inquinato il territorio dall'inizio del 1930 al 1984 nella produzione di vari composti derivati dal cloro e che hanno sversato policlorobifenili nei terreni e nelle acque

Lentezza ingiustificabile

"Un'inerzia inaccettabile", accusano ancora i promotori, "con oltre undicimila residenti esposti alla contaminazione da policlorobifenili (i Pcb) e diossine rinvenuti nei prodotti alimentari e nel sangue, trasmessi attraverso la catena alimentare o per contatto diretto con il terreno inquinato". Secondo "Ecogiustizia subito" sono nove le azioni prioritarie "per ripristinare il diritto alla salute, investendo in primo luogo i 250 milioni di euro che la LivaNova dovrà versare al Ministero dell’Ambiente a seguito della condanna del luglio 2024 della Corte di giustizia europea per responsabilità per disastro ambientale, colpevolezza già ribadita dalla Corte d’Appello di Brescia nel 2021". Adesso si attende la decisione ultima della Corte di Cassazione.

Il flashmob

Concetti esposti ancora questa mattina dalle associazioni in un flashmob in corso Zanardelli a Brescia, mentre in serata ci sarà la presentazione e firma del Patto di comunità presso il Teatro Comunale di Chiesanuova. Il 'Sin' di Brescia-Caffaro per la matrice suolo – ricordano Legambiente e le altre associazioni – comprende lo stabilimento industriale della Caffaro Industrie, le aree agricole a sud, le aree residenziali del quartiere Primo Maggio, le aree pubbliche (parco di via Passo Gavia, aiuola di via Nullo, pista ciclabile di via Milano, campo sportivo Calvesi, l'area della scuola Materna Passo Gavia e della scuola elementare divisione Acqui), due discariche in via Caprera, le discariche di Pianera e Pianerino (Comune di Castegnato), l'ex cava Vallosa (Comune di Passirano), le aree dell'ex Comparto Milano, Bruschi & Muller, ex CamPetroli, ex Pietra. La matrice falda si estende dagli Ospedali Civili al confine sud di Brescia.