MILLA PRANDELLI
Cronaca

La tragedia in piscina a Castrezzato, ci sono i primi indagati. La Procura di Brescia avvia un’inchiesta per omicidio colposo sulla morte del bimbo di 4 anni di Rovato

L’apertura di un fascicolo atto dovuto in vista di tutti gli accertamenti. Disposta l’autopsia per stabilire le cause del decesso del piccolo Michael

L’impianto di Castrezzato

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Brescia, 25 giugno 2025 – La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo per fare chiarezza sulla morte del bimbo di quattro anni, residente a Rovato con la mamma, il papà e due sorelline, trovato esanime nel parco acquatico “Tintarella di Luna” di Castrezzato venerdì 20 giugno. Oltre che tramite l’autopsia disposta dalla magistratura, per determinare le cause della morte avvenuta in ospedale, si cercherà di ricostruire quanto accaduto con consulenze tecniche e perizie, ma anche dalle parole dei presenti, chiamati a fornire la loro versione dei fatti.    

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Il riserbo  

Ci sarebbero anche i primi indagati. Ieri il riserbo su nomi e ruoli è stato totale, sia da parte dei carabinieri, chiamati a indagare, sia da parte della magistratura. La vicenda, anche per via dell’età del piccolo, è delicata. La decisione di disporre l’autopsia e l’apertura di un fascicolo rappresenta, prima di tutto, un atto dovuto, per garantire i diritti delle persone coinvolte. Consentirà sia alle persone iscritte nel registro degli indagati, sia alle parti offese di partecipare agli accertamenti tecnici, spesso decisivi e non ripetibili.   

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I punti da chiarire 

I punti oscuri da chiarire sono tanti: a partire da come il bimbo sia finito sott’acqua e come mai non sia stato visto. La piscina non è ampia e spesso le persone sono sedute sul bordo. Questo potrebbe avere limitato la visibilità dall’esterno. Quanto accaduto venerdì pomeriggio forse è dovuto a un attimo di distrazione e a pochi secondi fatali. Il piccolo potrebbe essere scivolato in acqua senza che nessuno se ne accorgesse. 

Soccorsi inutili 

Quando il suo corpo è stato visto galleggiare esanime, era troppo tardi: trasportato d’urgenza all’ospedale di Bergamo, è rimasto sospeso tra la vita e la morte per quasi due giorni, ma i danni cerebrali causati dalla prolungata mancanza di ossigeno sono risultati irreversibili. Alla fine, il suo cuore ha smesso di battere. A intervenire, in quei drammatici istanti, non sono stati solo i bagnini, ma anche i semplici frequentatori della struttura, che hanno cercato di soccorrere il bambino nel disperato tentativo di salvargli la vita.