
L'operazione della Guardia di finanza (foto di repertorio)
Bergamo – La Guardia di Finanza ha messo a segno un colpo decisivo contro un’organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetista che operava tra le province di Lecco, Bergamo e Milano. L’operazione, coordinata dalla Procura di Milano, ha portato al sequestro di beni per circa 3 milioni di euro e alla notifica di 32 indagati per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari.
I finanzieri della Compagnia di Cernusco Lombardone hanno eseguito oltre 30 perquisizioni, smantellando un sofisticato sistema di frode fiscale che ruotava attorno a due gruppi criminali distinti ma collegati.
Il primo gruppo aveva creato una rete di società di comodo nel settore pubblicitario, specializzate nell’emissione di fatture per operazioni “oggettivamente inesistenti”. Il meccanismo era semplice: i clienti pagavano le fatture false e ottenevano indietro il denaro in contanti, decurtato dell’IVA e di una commissione del 10% per l’organizzazione. I proventi venivano poi trasferiti attraverso bonifici ad altri complici che provvedevano al prelievo in contante per il successivo reimpiego.
Il secondo gruppo si era invece concentrato sul settore della manodopera, creando numerose cooperative fittizie per fornire illegalmente lavoratori alle imprese committenti. Queste cooperative, avvalendosi di fatture false emesse da società cartiere, mascheravano attraverso finti contratti d’appalto vere e proprie somministrazioni irregolari di manodopera, lucrando sul mancato pagamento di imposte, ritenute e contributi previdenziali.
I numeri dell’operazione sono impressionanti: oltre 15 milioni di euro in fatture emesse per operazioni inesistenti, con un’evasione delle relative imposte per circa 5,3 milioni di euro. L’organizzazione criminale era composta da soggetti calabresi vicini a diverse cosche della ‘ndrangheta, che avevano esteso i loro tentacoli nel tessuto economico lombardo.
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano ha emesso un decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità delle 13 società coinvolte e dei loro amministratori. Il sequestro ha riguardato beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro, pari al profitto dei reati accertati. L’operazione rappresenta l’ennesima conferma di come la criminalità organizzata calabrese sia radicata nel sistema economico del Nord Italia, sfruttando meccanismi sempre più sofisticati per evadere il fisco e riciclare denaro sporco.