MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Torna la paura dell’uranio in Valle Seriana: “Ma è solo una ricerca sulla vecchia miniera”

Bergamo, il primo giacimento in Italia torna al centro dell’interesse. Il sindaco: “Non stiamo parlando di attività estrattiva, ma di studio. Vigileremo”

La frazione di Novazza in Valle Seriana dove nel 1959 fu scoperto il primo giacimento in Italia di uranio

La frazione di Novazza in Valle Seriana dove nel 1959 fu scoperto il primo giacimento in Italia di uranio

VALGOGLIO (Bergamo) – Le aperture del Governo sull’energia nucleare e la ricerca dell’uranio per soddisfare il proprio fabbisogno energetico hanno ravvivato l’interesse di numerose aziende e hanno riacceso i riflettori sulla Bergamasca, più precisamente sul comune di Valgoglio e la frazione di Novazza, in Valle Seriana, dove nel 1959 fu scoperto il primo giacimento in Italia, attualmente l’unico sfruttabile nel nostro Paese: la miniera fu utilizzata prevalentemente per attività scientifiche e venne chiusa dopo il referendum sul nucleare del 1987, a seguito della tragedia avvenuta a Chernobyl.

La possibilità che venisse effettivamente sfruttata per l’estrazione e il successivo impiego dell’elemento provocò una divisione nella gente del posto, tra chi vedeva tutto ciò come un’opportunità e chi era invece preoccupato per le ricadute negative sulla salute. L’incidente di Chernobyl e la successiva chiamata alle urne degli italiani, che bocciarono il nucleare, pose la parola fine ai progetti estrattivi. Ora, però, la situazione si ripropone e gli abitanti tornano a temere per la propria salute. Regione Lombardia, infatti, ha pubblicato sul suo bollettino ufficiale l’avviso per rilasciare il permesso di ricerca dell’uranio e minerali accessori nel territorio.

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Il primo giacimento in Italia di uranio

“Non stiamo parlando di attività estrattiva, ma di studio e ricerca – si affretta a precisare il sindaco Angelo Bosatelli –. Non bisogna creare allarmismo”. C’è una società, la Canoel Italia Spa – che dal 2012 si occupa di estrazione di gas e produzione di energia –, che ha chiesto di avere il permesso di ricerca mineraria. E come previsto dalla normativa la Regione ha pubblicato un avviso rivolto ad altri soggetti che potrebbero avere il medesimo interesse. Entro 45 giorni dalla pubblicazione dell’avviso (ovvero dalla giornata di mercoledì), potranno farsi avanti. La zona interessata copre una superficie di 2.733.049 metri quadrati.

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“Seguiremo la vicenda in modo stretto, ci siamo già interfacciati con la Regione – promette Bosatelli –. Il nostro interesse è che tutto avvenga secondo i criteri di sicurezza, nel massimo rispetto dell’ambiente e della salute degli abitanti. Se mai si dovesse arrivare all’estrazione del minerale, il Comune coinvolgerà i cittadini e decideremo con loro il da farsi”. A complicare la situazione c’è il fatto che l’area di accesso alla miniera è al momento posta sotto sequestro, dopo che i Carabinieri forestali, nel febbraio scorso, vi hanno scoperto una discarica abusiva. “Ho già fatto sapere – conclude Bosatelli – che mi metterò di traverso se verrà messo un solo chiodo prima che l’area sia bonificata e pulita”.