
Anastasija Zuevich si era tuffata nel Brembo per salvare un ragazzo caduto in acqua
Bergamo, 20 giugno 2025 – C’è una foto in cui la bionda Anastasiya Zuevich, 42 anni, originaria di San Pietroburgo, denunciata a piede libero per esercizio abusivo della professione, appare sorridente con un mazzo di fiori in mano. Al suo fianco il sindaco di Ponte San Pietro, Matteo Macoli, mentre la premia con il riconoscimento della cittadinanza benemerita da parte delle istituzioni. Ha il viso sorridente con un sottile filo di trucco. Nel settembre del 2022 aveva salvato la vita a un 26enne senegalese che stava annegando nel fiume Brembo. Anastasiya senza esitare si era tuffata in acqua portando in salvo a riva il giovane.
Un gesto di coraggio
"Il suo straordinario esempio di generosità», aveva motivato il sindaco di Ponte San Pietro, comune dell’hinterland, dove un anno prima era arrivata anche lei. Il giorno della premiazione Anastasiya aveva dichiarato: “Ho fatto solo quello che dovevo fare. In Russia ci insegnano fin da piccoli a nuotare, si impara a scuola. Per noi è normale, non sono una eroina”. Un episodio di altruismo messo in ombra da una vicenda di tutt’altro tenore, tanto che lo stesso primo cittadino ha ringraziato la procura e i carabinieri per l’attività svolta. La 42enne, secondo quanto accertato dai Nas di Brescia, negli ultimi anni avrebbe somministrato a numerose clienti trattamenti di medicina estetica a prezzi stracciati: botox a 150 euro, filler tra i 160 e i 250 euro, biorevitalizzazione a 120 euro, il sogno di un viso senza rughe.
Senza requisiti, mai conseguita la laurea
Peccato che la Zuevich, come hanno accertato i militari, non sia in possesso dei titoli per poterlo fare: non ha mai conseguito la laurea, ed è scattata la denuncia. L’appartamento-studio di via Garibaldi è stato perquisito e messo sotto sequestro a febbraio, insieme a borsoni di farmaci illegali, agende, telefonini con le chat delle clienti che lamentavano reazioni allergiche, gonfiori anomali e lividi.
Gli annunci sospetti online sui social
Gli uomini dei Nas sono partiti analizzando gli annunci che risultavano sospetti apparsi su Whatsapp, Instagram e Facebook e da accertamenti eseguiti dai carabinieri della stazione di Ponte San Pietro. All’indirizzo della 42enne non corrispondeva nessuna attività.