Coppia dell'acido, Martina rivede suo figlio: "Con lui un abbraccio emozionante"

Come stabilito dai giudici del Tribunale dei minori Martina Levato ha potuto rivedere per mezz'ora il figlio. Secondo l'ospedale i due stanno benissimo, l'avvocato: "Martina è su di morale". Intanto anche Alexander Boettcher chiede ai giudici in istanza: "Fatemi vedere mio figlio"

Martina Levato

Martina Levato

Milano, 19 agosto 2015 - Martina Levato ha già rivisto in mattinata il figlio, partorito alla clinica Mangiagalli nel giorno di Ferragosto. E' il secondo incontro fra i due dopo quello avvenuto ieri, entrambi durati circa mezz'ora. "Con mio figlio c'è stato un abbraccio emozionante", così la ragazza ha descritto al suo legale l'avvocato Stefano De Cesare l'evento accaduto poco dopo le 19 di martedì 18 agosto. "Martina e' su di morale - ha riferito il suo difensore, che le ha fatto visita stamane - e oggi ha potuto vedere di nuovo il figlio". Ieri, il Tribunale dei minori di Milano ha stabilito che la ragazza puo' vedere il piccolo "una volta al giorno per un tempo limitato" ma non puo' allattarlo "direttamente". Al bambino, viene comunque dato il latte della madre attraverso un biberon.

Stando a quanto riferiscono fonti ospedaliere, "mamma e figlio stanno benissimo, compatibilmente con il leggero intervento subito da Martina Levato (ndr, che ha partorito col cesareo)". Mamma e bambino non verranno dimessi neppure oggi "soprattutto per problemi organizzativi", precisano le stesse fonti ospedaliere. "Se sapessimo che la mamma va a casa e puo' prendersi cura del figlio in ambiente domestico, l'avremmo dimessa gia' oggi, ma nell'incertezza teniamo tutti e due qui". Per il momento, il bambino e' stato affidato dal Tribunale dei minori al Comune di Milano che ne e' il tutore provvisorio, in attesa della decisione in merito al suo collocamento. Questo perche', si legge nel provvedimento del Tribunale dei minori, sia la madre che il padre, Alexander Boettcher, sono  "entrambi impossibilitati all'esercizio della responsabilita' genitoriale", conseguenza della condanna a 14 anni di carcere per avere sfregiato con l'acido Pietro Barbini. Resta un'incognita il futuro del bambino quando verra' dimesso dalla clinica Mangiagalli. In teoria, dovrebbe entrare in vigore il provvedimento del Tribunale ordinario di Milano che, nelle settimane scorse, aveva stabilito di affidare mamma e figlio all'Icam, la struttura destinata ad accogliere madri detenute con figli piccoli. Tuttavia, afferma l'avvocato De Cesare, "e' possibile che gia' oggi il Tribunale dei minori decida una strada diversa". 

IL FUTURO - Il Tribunale per i minorenni dovrebbe infatti assumere un provvedimento che faccia chiarezza su dove saranno collocati la donna e il bambino dopo la dimissione dalla clinica Mangiagalli di Milano e se staranno nella stessa struttura. Martina dunque non sarà dimessa oggi ma tra uno o due giorni in attesa proprio di capire cosa verrà deciso dai magistrati. Il provvedimento di ieri, che ha concesso alla giovane la possibilità di vedere il piccolo una volta al giorno in ospedale (avviando allo stesso tempo anche il procedimento di adottabilità), è infatti provvisorio e valido finché la donna e il bimbo si trovano nella struttura sanitaria. I giudici, poi, dovranno decidere se, dopo la dimissione dalla clinica, il neonato potrà essere collocato assieme alla madre in una struttura come l’Icam, e in che modo o se il bimbo, per ipotesi, dovrà essere affidato temporaneamente ad una comunità. A quel punto, la madre tornerebbe in carcere a San Vittore e potrebbe ottenere solo la possibilità di uscire per vedere ogni tanto il piccolo. I magistrati, quindi, dovranno nuovamente riunirsi in camera di consiglio e nel frattempo il bambino (il suo tutore legale, come deciso ieri dal Tribunale, allo stato è il Comune di Milano nella persona del sindaco Giuliano Pisapia) rimarrà per i prossimi giorni (probabilmente fino a lunedì o martedì) nella clinica, dove la madre, ancora ricoverata, può vederlo una volta al giorno.

BOETTCHER - Intanto anche Alexander Boettcher vuole vedere il bimbo partorito da Martina Levato e per questo ha fatto istanza al tribunale di Milano. Difeso dall'avvocato Alessandra Silvestri, il broker ha fatto depositare l'istanza al tribunale ai giudici della 9/a Sezione Penale, che hanno condannato il broker e la sua amante, e a quelli dell'11/a Sezione Penale, davanti ai quali l'uomo è imputato per altre aggressioni con l' acido. Sulla richiesta dovranno decidere i giudici e il pm Marcello Musso dovrà esprimere un parere. Nell'istanza Boettcher chiede di «vedere mio figlio con le modalità che codesto tribunale vorrà riconoscere e riterrà più idonee». Il giovane precisa inoltre di aver «già chiesto di poter riconoscere il bambino» e che è ancora in attesa di chiarimenti «dall'ufficio Anagrafe del Comune». Boettcher scrive inoltre che già da tempo è «autorizzato a colloqui con la madre», ossia Martina Levato. L'istanza per conoscenza è stata inoltrata anche alla direttrice del Carcere di San Vittore, dove l'uomo è detenuto, Gloria Manzelli, e al Tribunale per i minorenni che ieri ha concesso a Martina la possibilità di vedere il figlio una volta al giorno.

LE CRITICHE - Il direttivo della Camera penale di Milano ha preso posizione sulla vicenda definendo "inopportuna l'iniziativa del pubblico ministero (Marcello Musso, ndr), titolare delle indagini nei confronti dei genitori di Achille, di portare in dono a questi un paio di scarpette, ancora una volta sotto i riflettori dei media. Così - scrivono i penalisti - abbiamo appreso ogni particolare del gesto, le sue motivazioni, le modalità con le quali è stato compiuto. Un gesto - si legge - che proprio a causa di quelle forme e di quelle modalità perde ogni contenuto positivo, anche quelli che lo hanno probabilmente ispirato, a cospetto della sua imbarazzante inopportunità".

Allo stesso modo viene definito "non legittimo" il "profluvio di dichiarazioni a stampa e televisioni" dello pubblico ministero del tribunale dei minori Anna Maria Fiorillo. Dalla Camera penale anche un rilievo sul "ritardo con il quale il messo del Comune di Milano sta affrontando il doveroso compito del suo ufficio ovvero consentire al padre di Achille di riconoscere formalmente il proprio figlio. Ritardo che compromette l'esercizio del diritto di difesa del recluso presso l'autorità giudiziaria competente. Si tratta di comportamenti che rischiano di screditare il percorso difficile che la giustizia ha intrapreso".

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